Una festa finita male, il panico che li prende quando vedono l’amico morto e un unico pensiero: sbarazzarsi del cadavere. Così sono finiti a processo due cittadini di Brandizzo nel maldestro tentativo di nascondere il corpo senza vita di un ragazzo deceduto in seguito all’abuso di sostanze stupefacenti. Il fatto risale al 2 novembre 2020: nelle campagne di località Baraccone, alle porte di Chivasso, i carabinieri rinvengono il cadavere di Andrei Miron Radu, 22 anni di origine rumena residente a Crescentino (Vercelli).
A permettere il riconoscimento, è il singolare tatuaggio che il ragazzo aveva sull’avambraccio: una svastica. Da quel dettaglio, gli inquirenti, risalgono alle ultime ore di Radu. Il giovane aveva trascorso una serata a consumare oppiacei e cocaina in compagnia di altre due persone, gli imputati del processo appena iniziato al tribunale di Ivrea. Ovvero Francesco Cirino, 41 anni, e Samantha Morelli, 48 anni, entrambi residenti a Brandizzo.
L’autopsia, effettuata il 5 novembre 2020, e l’esame tossicologico hanno dimostrato che Radu avesse problemi cardiaci e di respirazione che, combinati agli effetti delle droghe, probabilmente hanno causato l’arresto cardiocircolatorio e la morte. I due, spaventati, avevano paura delle conseguenze e, presi dal panico, alle 5.30 del mattina lo hanno caricano in macchina e lo hanno gettato in un campo. Nella speranza che nessuno, trovandolo, lo collegasse a loro.
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Purtroppo per loro, a un mese dal fatto, i carabinieri e il pm Lea Lamonica della Procura di Ivrea hanno chiuso il cerchio: i responsabili sono identificati e denunciati per concorso in occultamento di cadavere. Cirino e Morelli, difesi dall’avvocato Sheila Foti (sostituita in aula dalla dottoressa Livia Mansueto), hanno scelto il rito abbreviato: secondo i loro legali i due si sarebbero pentiti di aver agito in quel modo. Il giudice Lucrezia Natta ha, quindi, rinviato il processo al 2 maggio 2023.
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