Svolta nel mistero di Polina Kochelenko: in un suo vecchio cellulare potrebbe esserci l’identità dell’uomo che, il 18 aprile 2021, ha ucciso l’ex modella originaria di Nole. A distanza di quasi due anni dalla morte, potrebbero finalmente arrivare delle risposte sul giallo che unisce il Torinese alla provincia di Pavia. Polina, infatti, è morta a Valeggio, piccolo centro della Lomellina. Ma la sua vita si è svolta tutta fra Torino e provincia: di origine russa, ha abitato a lungo a Nole con la madre e il compagno di lei (ora la coppia si è trasferita a Lanzo). Ex modella, si è poi laureata in giurisprudenza e ha conseguito anche un master in Criminologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Ma ha sempre avuto la passione per i cani, tanto da diventare un’addestratrice. Poi, dopo aver interrotto una relazione, si è trasferita nelle campagne della Lomellina: a Valeggio, dov’era andata a vivere, poteva contare su un ampio giardino per far scorrazzare i cani. In quel pomeriggio del 18 aprile, guinzagli alla mano, ne aveva portati sei a fare il solito circuito per i campi: una sorta di anello di 5 chilometri fra le risaie, prima di tornare verso casa. Dove Polina non è mai tornata: due giorni dopo, infatti, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno trovato il suo corpo incastrato nella griglia della chiusa di un canale d’irrigazione.
Lì vicino sono stati trovati i guinzagli, il cellulare, due auricolari e le chiavi di casa: «Erano sistemati in bella vista - fa notare l’avvocato Tiziana Barrella, che assiste la famiglia - Noi pensiamo che siano stati messi in quel modo da qualcuno». E i cani? Quattro sono stati recuperati, due sono scomparsi. L’autopsia sul cadavere parlava di “morte per annegamento”. Anche perché, dall’esame, “non emergono ferite da corpo contundente ma solo da urti”. Per questo, inizialmente, la procura ha pensato a un incidente o a un malore. Tanto da chiedere l’archiviazione dell’indagine. Ma il giudice per le indagini preliminari ha imposto di riaprire l’inchiesta. E ora gli inquirenti di Pavia cercano un assassino.
«L’errore iniziale era dovuto al fatto che, nell’ultima telefonata con un amico, Polina aveva detto “Non vedo un cane, lo vado a cercare”. Quindi gli inquirenti hanno pensato a una caduta durante la ricerca. Noi non ci abbiamo mai creduto e abbiamo lottato con le unghie e con i denti per impedire l’archiviazione». Ma chi potrebbe aver voluto uccidere la 35enne torinese? Risponde ancora l’avvocato Barrella: «Il movente economico emerge in modo cristallino: Polina era molto inserita nell’ambiente cinofilo e la scomparsa dei cani più preziosi punta in quella direzione. Gaga e Grey erano cuccioli di sette mesi di pastore tedesco: se addestrati, potevano arrivare a valere 30mila euro. Ma noi non escludiamo nessuna ipotesi, compreso quella del delitto passionale».
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Il dubbio potrebbe essere sciolto da contenuto del cellulare trovato a casa di Polina e consegnato agli inquirenti. Sembra che Polina stesse frequentando qualcuno. I vicini hanno riferito di aver visto una monovolume grigia intorno alla casa della donna: a bordo c’era un uomo ancora senza identità, il cui nome potrebbe emergere dalle analisi del cellulare, su cui ora è stata disposta una perizia. Tra contatti, messaggi e fotografie potrebbe anche celarsi l’assassino.
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