I cinghiali mettono in ginocchio l'azienda agricola: i proprietari si incatenano per protesta

Un solo cinghiale di 150 chili potrebbe provocare la chiusura dell’azienda agricola Le Frisole di Giaveno. È questa l’incredibile situazione che ha portato Roberto Castelli e sua moglie, titolari dell’impresa, a incatenarsi questa mattina davanti alla sede della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra, per chiedere risposte e risarcimenti ormai attesi da mesi.

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«Non ci muoviamo finché non avremo risposte concrete», dichiarano con fermezza i due agricoltori. Ogni giorno, da settimane, contattano gli uffici competenti, ma i fondi per i danni provocati dai cinghiali continuano a non arrivare. E il danno, nel frattempo, cresce: si stima abbia raggiunto i 20.000 euro da marzo a oggi.

Da marzo, con l’inizio della semina, il cinghiale si presenta ogni notte puntuale nel terreno per divorare prima i semi e poi i tuberi già sviluppati. Le protezioni elettrificate non bastano a fermarlo. Le patate rappresentano la coltura principale dell’azienda, che su un totale di 4 ettari ne dedica ben 2 alla loro produzione.

«Siamo allo stremo – racconta Roberto Castelli –. Stiamo ancora aspettando il risarcimento per i danni del 2024, che ammonta a 5.300 euro. Solo ad aprile abbiamo ricevuto quello del 2023, pari a 7.000 euro. Ma intanto il cinghiale continua a distruggere tutto e noi non possiamo più andare avanti».

Giovedì è atteso un nuovo sopralluogo del perito, ma l’ennesima verifica rischia di essere solo un palliativo in una situazione che sembra ormai fuori controllo.