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Il progetto

Pasta e pane con grano torinese che rispetta il lavoro degli agricoltori

Coldiretti rinnova l'accordo di filiera garantendo un premio di 5 euro al quintale basato sul grano di forza

Pasta e pane con grano torinese che rispetta il lavoro degli agricoltori

Giovedì 3 ottobre è stata presentata alla Palazzina di caccia di Stupinigi la nuova pasta fresca prodotta con la farina della filiera del grano di Stupinigi, una delle due filiere torinesi del grano promosse da Coldiretti Torino (l'altra è la filiera del Gran dji Bric della collina chivassese). Il grano di Stupinigi è coltivato nei Comuni di Nichelino, Beinasco, Orbassano, Candiolo, None e Vinovo. Si tratta di una miscela di quattro varietà testate per lungo tempo in campo prima di essere seminate. La farina ricavata presenta una scarsa percentuale di glutine e viene macinata mantenendo le proteine del germe.

La pasta di grano tenero viene prodotta da Pasta Girardi, azienda attenta alla qualità e rispettosa dell'equo compenso per i coltivatori con stabilimenti a Leinì e Orbassano. Una pasta che rispetta perfettamente la tradizione piemontese con le sue 5 referenze: tajarin, agnolotti di carne, ravioli ricotta e spinaci, plin e paccheri.

Se per la pasta della farina di Stupinigi è la prima volta, non è così per il pane. Da 10 anni Panacea, cooperativa torinese nata per l'inclusione sociale, produce un pane speciale con la stessa farina. Oggi Panacea ha presentato un nuovo "miccone" panificato con la stessa farina rinnovando così l'offerta disponibile nelle panetterie Panacea che con la farina di Stupinigi produce anche grissini, biscotti, crackers e tortine. La farina è prodotta dal Mulino Roccati di Candia Canavese. Il grano è stoccato nei silos del Consorzio agrario Nord Ovest di Orbassano.

La presentazione dei nuovi prodotti è stata anche l'occasione per rinnovare l'accordo di filiera tra agricoltori e industriali che da un decennio tutela gli agricoltori che aderiscono. Il nuovo contratto di filiera migliora ancora la remunerazione per i contadini. Coldiretti Torino è riuscita a mediare portando a casa addirittura 5 euro in più al quintale come "premio di filiera" basandosi sulla quotazione del "grano di forza", cioè del grano più caro nelle contrattazioni. Una cifra importante rispetto alle normali quotazioni di mercato.

Coldiretti Torino, con il presidente Bruno Mecca Cici, spiega il vantaggio di sostenere i contratti di filiera che in Piemonte sono attivi anche per il latte e la nocciola. «Con i contratti di filiera gli agricoltori percepiscono una remunerazione più alta e non soggetta alle oscillazioni del mercato. Ci guadagnano le aziende alimentari perché hanno a disposizione un prodotto aderente alle esigenze aziendali garantito da un disciplinare. Ci guadagnano i consumatori perché acquistano alimenti certificati di alta qualità», ribadisce Mecca Cici.

Ernesto Bertola guida il gruppo di agricoltori che ha scelto di aderire alla filiera. «Siamo partiti 10 anni fa con 500 quintali prodotti. Oggi siamo a 160 tonnellate di raccolto su 30 ettari di superficie. Siamo assolutamente soddisfatti perché il grano viene pagato molto di più e abbiamo la certezza di un prezzo garantito».

Alla presentazione hanno partecipato anche Gianpiero Tolardo, sindaco di Nichelino, Marta Fusi, direttrice della Palazzina di caccia di Stupinigi, Francesca Martina, consigliera orbassanese dell'Ente di gestione delle Aree protette dei parchi Reali, Roberto Roccati di Molino Roccati, David Valderrama presidente della cooperativa sociale Panacea, Simone Girardi e Paola Nardo di Pasta Girardi, e Giancarlo Chiesa, vicedirettore di Coldiretti Torino.

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