Gerbido, la petizione anti camper ottiene 1500 firme

Quasi 1.500 residenti, 1.496 per la precisione, tra via Rubino, via Gonin, via Nitti, via Gaidano, via Bonfante e corso Salvemini hanno sottoscritto una petizione che denuncia insediamenti irregolari di camper, contesto degradato e minori che sembrerebbero non andare a scuola. Il caso, dopo il passaggio in commissione, è approdato in Sala Rossa con un’interpellanza del vicepresidente vicario Domenico Garcea, puntando i riflettori su una situazione che esaspera da tempo il quartiere alla periferia sud di Torino.

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La risposta dell’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, evidenzia una realtà complessa. Stando agli ultimi rilievi dell’Ufficio Inclusione di rom, sinti e camminanti, risulta che, in quella zona, siano presenti 6 nuclei familiari con 17 minori complessivi, di cui 8 in età scolare.

Tutti sono seguiti regolarmente dai servizi sociali, in coordinamento con la polizia locale, l’associazione Camminare Insieme e altre realtà competenti locali. Rosatelli evidenzia il monitoraggio che avviene in modo costante e parla di una collaborazione, ormai sistemica, tra interforze e volontariato. 

Sul fronte dell’obbligo scolastico, l’assessore conferma l'esistenza di più segnalazioni alla Procura per i Minorenni. Il nucleo 1, con sei bambini (cinque in età scolare), è seguito dal 2023: dopo un allontanamento temporaneo dal territorio, la famiglia è stata nuovamente intercettata e segnalata alla Procura nel maggio 2024 e nell’ottobre 2025, a causa di una scarsa collaborazione. Il nucleo 2, con un solo minore in età scolare, è seguito per gravi problematiche educative e abitative: segnalazione inviata il 28 ottobre 2025. Nel nucleo 6 è emerso il caso di una 11enne che sarebbe coinvolta in attività di recupero di rifiuti: la segnalazione è stata inviata alla magistratura minorile. Gli altri nuclei, con bambini non ancora in età scolare, sono comunque sotto osservazione per la valutazione delle competenze genitoriali.

Garcea sottolinea: “Il nostro atto nasce da una situazione grave e ben documentata: una petizione popolare firmata da quasi 1.500 cittadini” e ancora “La sensazione è che ci troviamo di fronte a una situazione gestita più in modo emergenziale che strutturato, dove il monitoraggio sembra basarsi su interventi episodici anziché su un coordinamento stabile e continuativo. E questo rappresenta un limite serio, perché parliamo di minori che dovrebbero essere al centro delle politiche sociali di una città come Torino”.

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