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Il caso

Bimbi rom, segnalazioni in aumento: quasi uno su 5 allontanato dalla famiglia

La situazione dei casi di nuclei nomadi seguiti e monitorati dai servizi sociali nell’ultimo triennio

Insediamenti rom sul territorio, la Circoscrizione 6 striglia il Comune

Insediamenti rom sul territorio, la Circoscrizione 6 striglia il Comune

È approdato ieri pomeriggio in Consiglio comunale un tema assai più caldo dopo il caso dei bimbi della “famiglia del bosco” di Chieti: l’allontanamento dei minori. A fare richiesta di un quadro aggiornato su interventi e numeri, con un’interpellanza ad hoc, è stato il consigliere comunale Giuseppe Catizone, con particolare riferimento agli appartenenti alle comunità Rom.

Un tema già sfiorato lo scorso settembre nello stesso luogo, la Sala Rossa di Palazzo civico, dove il vicecapogruppo di Torino Bellissima Pierlucio Firrao aveva chiesto stato e composizione degli insediamenti Rom a Torino. Quel che era emerso era che su tutto il suolo cittadino erano 89 i minori presenti all’interno dei 36 nuclei nomadi torinesi (su 173 persone totali).

L’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, così, ieri è tornato a far chiarezza: «I Servizi Sociali seguono attualmente 167 persone appartenenti a 82 nuclei, di cui 139 minori. Nel triennio 2023-2025 sono stati 28 i minori allontanati dalle famiglie: 16 su disposizione dell’Autorità giudiziaria e 12 tramite provvedimento d’urgenza ex art. 403 del codice civile».

Quanto alle destinazioni, 13 minori sono stati inseriti in affidamento etero-familiare, 4 in comunità protette, 6 in strutture mamma-bambino, mentre 5 provvedimenti hanno riguardato interi nuclei. Rosatelli ha poi sottolineato che la sola condizione abitativa «non costituisce motivo di allontanamento» e che gli interventi scattano solo in presenza di incuria, maltrattamenti, abuso o gravi criticità familiari, valutate nel loro contesto socio-culturale.

Tra gli strumenti di prevenzione citati dall’assessore, un progetto scolastico integrato che coinvolge 75 minori in quattro istituti delle Circoscrizioni 2, 5 e 6, oltre alle attività dell’Ufficio Rom, Sinti e Camminanti e alla prevista introduzione di due nuove figure educative.

Ma è critica la replica del consigliere Catizone, che ha lamentato l’eccessiva rapidità e tecnicità dell’esposizione: «Sembrava di essere al bingo e mi dispiace - risponde caustico - Il tema è delicato, ma è impossibile analizzare così tanti dati in pochi minuti», ha affermato, chiedendo la convocazione di una commissione dedicata alla presenza di operatori dei servizi sociali per esaminare con calma la situazione.

«Serve un monitoraggio più chiaro e approfondito sul tema. Le preoccupazioni ci sono. Avrei voluto avere una risposta un po’ più politica. Come Amministrazione abbiamo l’obbligo di monitorare le situazioni di disagio che coinvolgono i minori», avverte.

La stessa apprensione è condivisa dal vicecapogruppo vicario di FI Domenico Garcea, titolare di una seconda interpellanza relativa ai minori inadempienti all’obbligo scolastico tra i quartieri Mirafiori e Santa Rita: «Di fronte a un fenomeno così complesso non possiamo limitarci a registrare i dati. Occorre verificare se gli strumenti in campo stiano realmente funzionando. I cittadini ci chiedono sicurezza, decoro e la tutela dei minori: non possiamo rispondere con interventi episodici o frammentati». Così ha commentato Garcea, invitando l’amministrazione a «mettere in campo azioni misurabili, con tempi certi e verificabili».

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