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Il caso
30 Settembre 2025 - 20:03
Trentotto insediamenti nomadi da Nord (16) a Sud (22) della città. Al loro interno 173 persone. Ma a rilevare ancora di più è il fatto che 89 sono minori (52 a Sud e 37 a Nord). Alcuni di loro probabilmente sono gli stessi bambini che lo scorso giugno camminavano scalzi sull’asfalto e si arrampicavano sugli alberi all’interno dell’area camper di Caio Mario Park — sgomberato lo scorso 29 luglio —, come denunciava l’onorevole e consigliera comunale Elena Maccanti (Lega).
«I nuclei gravitano in diverse aree, sostando con i loro veicoli e spostandosi da una zona all’altra dopo alcuni giorni di permanenza», dichiara infatti l’assessore alle Politiche sociali di Palazzo civico Jacopo Rosatelli, nell’ultimo Consiglio comunale. Il che, nella sostanza, vuol dire che il camper che ieri si trovava a Caio Mario, oggi potrebbe trovarsi in via Sanremo, o corso Tazzoli, ma gravitando nella stessa area.
È in particolare a Sud della città che la presenza di minori è maggiore. Qui sono più della metà delle persone nomadi: 52 su 94 persone, secondo la mappatura dell’Amministrazione comunale integrata con i dati dei Servizi sociali e della Polizia Locale. Le rilevazioni fanno riferimento al periodo da inizio 2025 alla fine di agosto. «Naturalmente la situazione è dinamica, in ragione del frequente spostamento dei nuclei», tiene a precisare Rosatelli. Un po’ per loro definizione, un altro po’ per sfuggire ai controlli del caso. Il che, di conseguenza, rende complesso anche attivare la rete dei Servizi sociali.
«L’Ufficio Interventi per l’inclusione di rom sinti e Camminanti ed Emergenze Sociali dei Servizi Sociali, interviene mediante prese in carico dirette — spiega Rosatelli —, in particolare di nuclei con minori o altri soggetti fragili (ad esempio anziani o persone con disabilità). Attualmente il Servizio ha in carico circa 75 nuclei, in prevalenza Rom, con una presenza di oltre 150 componenti minori». Sono poi previsti alcuni interventi rivolti alla prevenzione della dispersione scolastica da parte dei Servizi Educativi, e a Mirafiori è da poco ripartito il servizio di Educativa di strada, che porta gli educatori in piazze e parchi luogo di ritrovo dei più giovani, per costruire un ponte verso loro. «C’è una stretta collaborazione tra la polizia locale e i servizi sociali», assicura ancora.
Anche se non serve a placare i dubbi dell’interpellante, il consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao, che attacca: «La questione a Torino continua a non essere considerata una priorità. Serve un programma serio e credibile per affrontare questo tema, non limitarsi a definirlo “complesso”».
Sulla situazione è anche il presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi ad esprimersi: «Maggiore responsabilità agli adulti che li hanno in carico. Devono occuparsi della loro formazione».
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