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12 Settembre 2025 - 07:20
Il ponte sul fiume Stura è diventato un mini-accampamento e, alla sera, gli automobilisti di passaggio assistono anche a grigliate abusive. Ma i veicoli sono posteggiati pure in via Bologna, via Botticelli, via Cravero, via Pergolesi. Da qualche mese, Regio Parco si è trasformato in un’area camper. Veicoli appartenenti alle famiglie rom, alcune delle quali protagoniste a inizio anno di una faida che ha terrorizzato il quartiere, fatta di speronamenti tra auto, inseguimenti da film e risse in mezzo alla strada. Dai camper e dalle roulotte, i nomadi sono poi passati al livello successivo: l’occupazione delle case popolari. Fenomeno che Atc e la polizia municipale cercano di frenare, con blitz e sgomberi.
Invasione di veicoli
Stazione di servizio, parcheggio nord del parco della Confluenza. Ecco l’ultimo accampamento rom di zona Regio Parco, proprio ai confini tra Torino e San Mauro. I veicoli sono tre, famiglie con bambini al seguito. Alle 19 in punto, prima che arrivi la sera, iniziano le grigliate abusive. Poi c’è corso Taranto, dove un’auto è andata a fuoco davanti al supermercato In’s e, alle spalle, da tempo ci sono i veicoli dei nomadi. Veicoli presenti anche in via Leone Sinigaglia, in via Cravero e in via Pergolesi. Addirittura, in una delle ultime segnalazioni, i residenti denunciavano la situazione al limite, in via Cravero, di un Fiat Ducato trasformato in un dormitorio per un intero nucleo familiare.
Gli sgomberi
Nel mirino dei nomadi ci sono poi le case Atc, soprattutto quelle di via Bologna angolo via Cravero. Due i blitz, quest’anno, per far sloggiare gli irregolari. Il primo era datato il 2 aprile, il secondo il 9 maggio. In quest’ultima circostanza era presente sul posto anche l’assessore comunale alla Sicurezza, Marco Porcedda. Polizia municipale e Atc avevano recuperato un alloggio popolare occupato da rom. Era stata sgomberata una famiglia composta da tre adulti e quattro bambini che aveva occupato da anni una casa al civico 265 di via Bologna. Durante lo sgombero c’era stato un piccolo momento di tensione, poi la situazione si è tranquillizzata. L’alloggio al termine dello sgombero è stato “sigillato”.
Risse in strada
Dalle occupazioni alle risse. L’ultimo episodio in ordine di tempo è del 1° settembre, appena dieci giorni fa, in via Cravero: una scazzottata notturna, scoppiata davanti a un locale già noto alle forze dell’ordine per fatti analoghi. Protagonisti della lite, culminata con le botte e con l’intervento della polizia, due fazioni di nordafricani e rom. Secondo i residenti della zona, il tutto era iniziato con l'esplosione di alcuni grossi petardi, poco dopo la mezzanotte, davanti al complesso Atc di via Bologna 265-267. Sul posto, allertati dagli abitanti, erano arrivate alcune volanti della polizia e anche le gazzelle dei carabinieri. Ma al sopraggiungere delle forze dell’ordine, i partecipanti della contesa si erano già dati alla fuga. I poliziotti avevano verificato le tracce lasciate dai petardi e avviato gli accertamenti su quanto accaduto. Ma quel bar di via Cravero è un locale noto per episodi di cronaca. Un’altra colluttazione era avvenuta nel dehors il 25 luglio scorso, sempre di notte. La polizia era stata chiamata ben tre volte, alle 23, a mezzanotte e all’una. Otto volanti in tutto, ma anche in quel caso all’arrivo degli agenti i protagonisti si erano già dileguati.
La faida tra famiglie
Botte alla festa di matrimonio. Poi speronamenti in via Massari e alle popolari di via Bologna. Alla fine un 45enne era stato arrestato dopo aver aggredito i poliziotti in ospedale, il figlio si era vendicato distruggendo le auto dei rivali (per essere anche lui arrestato, a Milano) e una donna incinta aveva pure perso la bambina che teneva in grembo. Eccola la faida dei rom, che a febbraio e marzo di quest’anno ha tenuto in scacco tutto il quartiere, causando notti insonni ai residenti e obbligando le forze dell’ordine a un super-lavoro. Non solo risse e inseguimenti, perché in quelle notti venivano appiccati i roghi ai veicoli in sosta, auto e furgoni. Un’escalation di violenza e insicurezza durata fino a quando i due clan rivali non hanno fatto la pace e il quartiere ha potuto respirare.
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