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09 Gennaio 2022 - 08:39
Moncalieri, Cambiano o Villastellone: il nuovo ospedale unico dell’Asl To5 verrà costruito in uno di questi comuni. Ma in quale? Soprattutto, quando si partirà davvero con i lavori?
La risposta potrebbe arrivare a gennaio, come ipotizza Davide Nicco: «C’è un gruppo di lavoro che sta definendo tutto» ricorda l’ex sindaco di Villastellone, oggi consigliere regionale di maggioranza (Fratelli d’Italia).
Sarebbe l’ultimo atto dopo sei anni di polemiche politiche. E pensare che non c’è neanche un progetto preliminare dell’opera: è dal 2015, infatti, che si discute di chiudere gli ospedali di Chieri, Carmagnola e Moncalieri per realizzarne uno solo ma più ampio, moderno ed efficiente. Ma più lontano per chi arriva dalla “periferia” dell’azienda sanitaria, che va dall’Alto Astigiano, passa per la cintura sud e arriva fino al confine con il Cuneese.
La giunta Chiamparino aveva deciso di realizzare un ospedale da 434 posti letto a Vadò, nella zona industriale al confine fra Moncalieri e Trofarello. Una sede poi messa in discussione dalla nuova amministrazione regionale, che ritiene l’area a rischio esondazione e critica il fatto che si tratti di un terreno vergine. Da due anni, quindi, si susseguono studi e progetti per definire quale sia la sede più adatta fra Vadò e le alternative di Cambiano e Villastellone: la Regione aveva chiesto una perizia idrogeologica, idraulica e sismica a esperti del Politecnico, tra cui l’attuale sindaco di Torino Stefano Lo Russo (che è professore ordinario di Geologia applicata). Risultato: l’area di Vadò «è tecnicamente idonea e con rischio complessivo ragionevolmente basso».
L’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, ha comunque affidato un ulteriore incarico a un gruppo di lavoro formato da esperti dell’Ires e tecnici di Asl e Regione. Un primo “responso” è arrivato nelle scorse settimane, quando Ires ha sostenuto che Vadò sia l’area più facilmente raggiungibile da tutti i comuni dell’Asl.
Sembrava la fine di ogni discussione, almeno secondo i favorevoli alla soluzione moncalierese. Su tutti il consigliere regionale Diego Sarno (Pd) e il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna: «Ma quello studio teneva solo conto dei tempi di percorrenza - fa notare Nicco - Invece non considerava fattori fondamentali come il consumo del suolo o l’esondabilità e la sismicità dei terreni».
Per questo ora si attende la versione finale dello studio, prevista per gennaio. Poi bisognerà correre per trovare i fondi: l’ospedale dovrebbe essere coperto con 202 milioni dell’Inail ma la richiesta di finanziamento va presentata entro la primavera. «Non possiamo più continuare a perdere tempo - mette fretta il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero - E’ ora di fare chiarezza sul nuovo ospedale: vogliamo sapere al più presto a che conclusione è arrivato il gruppo di lavoro e se sarà costruito a Moncalieri o altrove».
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