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Pablito e il Mundial 82 in un documentario: «Torino era casa sua»

Paolo Rossi

Lunedì 6 settembre, dopo aver partecipato a circa centocinquanta festival in giro per tutto il mondo, il documentario dedicato a Paolo Rossi dal titolo “Paolo Rossi. Un campione è un sognatore che non si arrende mai", realizzato in stretta collaborazione con il calciatore dai registi Michela Scolari e Gianluca Fellini, arriva per la prima volta a Torino: sarà programmato all’Ambrosio Cinecafé alle 22,55 nell’ambito del Torino Underground Cinefest. «Paolo sarebbe sicuramente in prima fila quella sera, se potesse», confessano i registi. «Torino è stata la sua casa, dopo Vicenza è stata la sua famiglia sportiva».

Rossi, protagonista nella Juventus ma reso immortale dalle sue imprese ai Mondiali di calcio del 1982 vinti dall’Italia anche grazie ai suoi gol, ha fortemente voluto questo progetto, cui ha lavorato insieme alla sua famiglia. «C’è stato uno stretto contatto con tutto il gruppo, è stato sicuramente un valore aggiunto che traspare nel lavoro finito», spiega Federica Cappelletti, moglie del campione, prematuramente scomparso a dicembre. «Non riusciamo a usare il passato quando parliamo di lui, per noi è un supereroe che non può morire, come Superman: la sua umanità, il suo esempio rimarranno per sempre», aggiungono i registi.

Il documentario nasce tre anni fa circa dalla volontà di Rossi di raccontare la sua vita calcistica e l’impresa spagnola del Mondiale del 1982, e si sviluppa attraverso una lunga intervista a lui e alle testimonianze di suoi compagni di squadra e Nazionale, ma anche di molti avversari (da Maradona a Pelé, c’è tutto il meglio del calcio mondiale).

E poi tantissimi materiali d’archivio di quelle imprese. «È stato un lavoro lungo e faticoso, ma sempre piacevole e divertente perché c’era Paolo c’era, lui credeva in questo progetto e si è speso molto per realizzarlo, sia in fase creativa sia mettendo a disposizione i suoi contatti, i suoi ricordi, la sua esperienza», rivelano Scolari e Fellini.

Sullo schermo si sviluppa il racconto delle sue imprese sportive, ma non si tralasciano i momenti meno felici. «Parlare del Calcioscommesse è stato molto delicato, non ha mai smesso di soffrirne, vedere il dolore negli occhi di sua madre, ai tempi, non poteva sopportarlo. Ma è stato felice di parlarne, dopo tutto il tempo trascorso: come dice Carraro nel film, non c’è neanche più da chiedersi se era colpevole o no, ha dimostrato che la luce che ha portato col suo esempio è più grande di tutte le ombre di quell’evento». Il Torino Underground Cinefest è in programma, a ingresso gratuito su prenotazione, dal 2 al 9 settembre al cineteatro Baretti e all’Ambrosio Cinecafé.

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