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“I gemelli” di Goldoni noir per l’Astra

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Goldoni si fa noir per Malosti e la commedia dei due gemelli, quella dello sciocco Zanetto e dello scaltro e fascinoso Tonino vira in tragedia. E pazienza se Goldoni, a proposito del drammatico epilogo della vicenda da lui narrata, rimarcava: «Per ben condurre al suo termine la mia azione, mi è convenuto far morire in iscena uno de’ due Gemelli, e la di lui morte, che difficilmente tollerata sarebbe in una Tragedia, non che in una Commedia, in questa mia non reca all’uditore tristezza alcuna». Nella versione di Malosti, quella che andrà in scena questa sera al Teatro Astra di Torino, la tristezza la suscita eccome perché, afferma il regista, «il fratello sciocco è ucciso con un veleno e Pancrazio che l’ha avvelenato si ammazza e ha un bel dire Goldoni che la morte fa ridere». Coprodotto al Teatro Stabile del Veneto, Teatro Metastasio di Prato e Teatro Piemonte Europa, “I due gemelli veneziani” di Carlo Goldoni approda finalmente dal vivo sul palco di via Rosolino Pilo (aveva debuttato in streaming, causa pandemia, il 13 dicembre dello scorso anno dal Teatro Goldoni di Venezia) e accompagnerà il pubblico torinese per le feste natalizie (replicherà domani sera e poi dal 28 al 31 dicembre).

Sarà Marco Foschi, nel doppio ruolo dei gemelli Zanetto e Tonino, due fratelli che non si vedono da anni e per caso si ritrovano a Verona per sposarsi, affiancato sul palco da un corposo cast di attori (fra gli altri, Danilo Nigrelli nei panni di Pancrazio, Marco Manchisi in quelli di Arlecchino / Pulcinella, Irene Petris alias Beatrice, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Camilla Nigro e Valerio Mazzucato) a dare vita a un intreccio fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti. Una commedia degli equivoci ma anche, secondo Malosti, «una farsa nera, eversiva, inquietante, sulla famiglia l’identità, l’amore, brutale, violentemente erotico, incestuoso, e la morte». «Uno dei nodi centrali della mia ricerca è sicuramente la nostra lingua, anzi meglio le nostre lingue - è ancora l’ex direttore del Teatro Piemonte Europa -. Ho compiuto un lavoro a ritroso, partendo da quelli che per me sono gli autori fondamentali nella costruzione di una lingua italiana».

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