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18 Febbraio 2022 - 08:33
Quando qualche anno fa Alessandro chiese a Maurizio de Giovanni di scrivergli un pezzo teatrale, l’autore ebbe l’idea di trattare le dinamiche di una famiglia e per il capofamiglia si ispirò al padre di Alessandro, Vittorio: «Pensavo ad un uomo “enorme”, per talento, per caratteristiche, per capacità artistiche e Vittorio mi era sembrato il più adatto». Ed è così che ne “Il silenzio grande”, lo spettacolo in scena martedì prossimo al Teatro Carignano (in replica fino al 6 marzo), ritroviamo due generazioni di Gassmann: Alessandro, che firma la regia, e Vittorio, che si cela dietro il personaggio di Valerio, interpretato da Massimiliano Gallo (il figlio di Nunzio Gallo). Con lui protagonista anche l’attrice torinese Stefania Rocca, affiancata da Pina Giarmanà, Paola Senatore, Jacopo Sorbini.
Un po’ commedia, un po’ dramma, perché, come dice il regista, «come sempre accade, anche nei momenti più drammatici possono esplodere risate, divertimento, insomma la vita», la pièce, nata per il teatro, diventata anche un film e tornata a proporsi sui palcoscenici nazionali, vede rinnovarsi il sodalizio tra Alessandro Gassmann e Maurizio De Giovanni, già brillantemente testato nella serie televisiva “I bastardi di Pizzofalcone” (in cui, tra l’altro, Gallo interpretava il commissario Luigi Palma), e nell’adattamento di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. «L’incontro con Maurizio de Giovanni è stato, nella mia carriera recente, portatore di novità importanti e di progetti che mi hanno appassionato - spiega Alessandro -. Quando in una pausa a pranzo con Maurizio parlammo de “Il silenzio grande” vidi l’idea nascere lì in pochi minuti. Ebbi subito la sensazione che, nelle sue mani, un tema importante come quello dei rapporti familiari, del tempo che scorre, del luogo dove le nostre vite scorrono e mutano negli anni, ovvero la casa, avrebbe avuto una evoluzione emozionante e sorprendente». La casa in questione è Villa Primic, sopra Posillipo nella Napoli degli anni Sessanta. Qui vive Valerio, scrittore di successo ma padre e marito assente, con la moglie Rose, alias Stefania Rocca, i due figli e la governante. I rapporti famigliari entrano in crisi quando Rose decide di mettere in vendita la casa. È allora che quel silenzio grande, subito per tanto tempo, fatto di silenzi piccoli, di cose non dette, viene coperto da Rose vomitando fiumi di parole che né lei né nessun altro ascolta. «In quel marito che ho sempre assecondato anche in virtù della sua fama - spiega la protagonista - sento ad un certo punto una mancanza incredibile, la mancanza di un uomo che non ha contribuito alla creazione della famiglia. E questo sentimento cresce al punto che il silenzio mi diventa intollerabile e ho l’urgenza di “svuotarlo”, piuttosto del silenzio voglio sentire la mia voce e allora mi sfogo». Anche qui, dice, «un po’ come succede nella vita».
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