l'editoriale
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28 Aprile 2022 - 08:31
Semplice come la bellezza della musica che dai primissimi anni Ottanta a oggi accompagna serate di spensieratezza da cantare a squarciagola. Lui, Gianni Togni, romano, classe 1956, ha saputo guardare il mondo da un oblò e regalargli le note di una colonna sonora che non riesce a sfumare. Lo ha saputo fare dall’alto di un’umiltà che solo i grandi possiedono. Lui che non ama le cose materiali, «non ho neppure un’auto, non l’ho mai avuta», lui che nega ospitate in tv «e perché mai dovrei farle, non mi fanno cantare i brani nuovi», lui che compone e canta per amore della musica e in nome di quello esce solo in vinile. Sarà un viaggio nel suo splendido universo quello che i torinesi faranno il 2 maggio al Teatro Colosseo per il concerto dedicato ai quarant’anni della sua eterna “Luna”.
«In origine non si doveva neppure chiamare così - racconta Togni raggiunto durante la pausa dalle prove - in origine era “Anna”. Ero molto giovane, era il 1980, la mattina della registrazione in studio non riuscivo a dormire, mi alzai all’alba, c’era ancora la luna e così cambiai titolo».
“Luna”, “Semplice”, “Giulia”, qual è il segreto della sua musica leggera? «È proprio questo, la leggerezza, il pop. Io negli anni Ottanta arrivavo da diverse esperienze, in più lavoravo con i Pooh, ho raccolto tutto ed è nata la mia musica. Il bello del pop è proprio questo, ha uno spirito democratico in grado musicalmente di accogliere tutto e riesci a costruire la melodia».
E per quanto riguarda i testi? «I testi? Sono testi, non sono poesie. Sono parole che noi dobbiamo fare suonare, sono racconti. Luna, per esempio non è una canzone d’amore. È un racconto nato da diverse esperienze, ispirato da un barbone un po’ matto che viveva in strada vicino a una fermata della metro a Milano, lo vedevo ogni giorno».
Un’intuizione azzeccata visto il successo del brano cantato da chiunque ancora oggi, compreso Jovanotti... «Sì, ma non è il mio brano più venduto. Il record mondiale lo ha “Per noi innamorati”, va fortissimo ancora adesso soprattutto in Sud America».
Ne è fiero, si vede e fa bene. Ma come fa a restare così tanto con i piedi per terra? «Io sono così, naturale. L’unica cosa che conta nella mia vita è fare musica. Non ho avuto figli, i miei figli sono le mie canzoni e la mia musica. E la voglio fare come piace a me, libero da qualsiasi vincolo. Per questa ragione nel 2004 decisi di staccarmi da qualsiasi casa di produzione e di produrmi da solo (con Acquerello, ndr)».
Ed è per questo che a volte è sparito per anni dal mondo dello spettacolo? «Sì, ho preferito dedicarmi alla composizione dei musical da cui ho avuto molte soddisfazioni. Mi riferisco al successo di “Hollywood - Ritratto di un divo” o al musical di Greta Garbo per il quale fui l’unico italiano a essere ingaggiato dalla Svezia. Cosa me ne faccio del glamour, degli oggetti, delle macchine di lusso? La vera ricchezza per me è la musica».
Che coltiva anche attraverso il suo fan club. «Certo, è quello che si occupa della mia promozione. È a pagamento, tutti i proventi vanno in beneficenza».
Abbiamo dovuto aspettare due anni per il tour di “Luna”, poi cosa succederà? «Ho un nuovo album pronto che arriva dopo “Futuro improvviso” (2019, ndr), spero di pubblicarlo nel 2023, con la pandemia è tutto più rallentato».
Conosce Torino? «Sì, la mia compagna è di Alba. Inoltre ricordo sempre con piacere la mia cena al Cambio negli anni Ottanta. Ci volli andare perché era il ristorante di Cavour, io ho studiato Lettere e non vedevo l’ora di vedere quel luogo».
Torino è anche la città dove tra pochi giorni si terrà l’Eurovision, cosa ne pensa? «Non lo conosco. Io non amo le gare e non vi ho mai partecipato. Non ho mai partecipato neppure al Festival di Sanremo, solo una volta come autore di Massimo Ranieri, mi bastò quella volta... Come si fa a mettere in competizione forme d’arte come le canzoni?».
Chi le piace tra i giovani? «Qualcuno c’è, Iosonouncane per esempio ha fatto un disco strepitoso, ma ce ne sono anche altri».
Come sarà il suo live di lunedì? «Sarà un viaggio nel mio mondo attraverso le hit, i brani del passato e i recenti. Niente scenografia, solo io, la musica, il mio pianoforte».
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