l'editoriale
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08 Novembre 2022 - 09:21
Aria semplice ma con quel ghigno scanzonato che lo contraddistingue e che fa di lui uno degli artisti italiani di maggior successo. Il comico più seguito che con la sua dissacrante e “ignorante” ironia riesce sempre a mettere tutti d’accordo, colui che con un congiuntivo sbagliato sa far ridere a crepapelle e con una frase fatta spinge a riflettere. Checco Zalone c’è. Dal cinema, dove ha registrato con i suoi film record di incassi incomparabili a qualsiasi altro prodotto, al teatro dove tornerà dopo 11 anni con il nuovo spettacolo “Amore + Iva”, scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino, già sold out in tutta Italia, e ai nastri di partenza.
A Torino sarà al Teatro Colosseo dall’8 al 16 dicembre, il debutto avverrà stasera al Pala Wanny di Firenze. E’ in questa occasione che Checco, alias Luca Medici, classe 1977, si è voluto mettere a nudo. Un atto quasi dovuto verso il pubblico che lo ama tanto e che non aspetta altro che sedersi in platea e assistere a due ore di un one man show che spazierà dalla guerra in Ucraina a Putin toccando tutto ciò che di attaccabile e sensibile esiste agli occhi della società contemporanea, perché in fondo io «non ho paura delle polemiche - spiega - me le aspetto, aspetto le stroncature sane». Sicuramente arriveranno, il terreno che Checco volutamente mette in pista per i ben pensanti, per quegli spiriti pronti ad accettare di tutto, è molto fertile. Ma la realtà e il buonismo non sono così scontati agli occhi “ottusi” di un Checco Zalone uomo del Sud. «Racconto di una signora che a febbraio voleva adottare una famiglia ucraina, ma era disperata perché erano finite: alla Onlus le avevano detto che erano rimaste solo quelle siriane», anticipa.
Ma ce n’è anche per Putin, «che parla in dialetto bitontino, o meglio un grammelot tra gli accenti pugliesi di provincia che assomiglia al russo», continua divertito per poi agganciarsi al maschilismo zaloniano e svincolarsi sul tema Meloni spiegando che «non ho visto la tv, preparavo lo spettacolo. Posso dire che di Giorgia Meloni mi ha colpito positivamente la capacità di comunicazione».
E, ovviamente ce n’è anche per le famiglie arcobaleno e per ciò che di paradossale potrebbe accadere come quando racconta «la storia di una famiglia arcobaleno che adotta un bambino in un orfanotrofio di Predappio. Come andrà a finire?». Sicuramente, a teatro, con un mare di risate. «Porto in scena persone e personaggi che permettono di ridere se stessi e degli altri», dice ancora. Performer completo, anche cantante e musicista, Zalone coinvolgerà gli spettatori tra risate e buon umore, creando tuttavia varchi anche per la riflessione e persino per la commozione.
Sul palco, con lui quattro musicisti, Antonio Iammarino alle tastiere, Felice Di Turi alla batteria, Egidio Maggio alla chitarra e Pierpaolo Giandomenico al basso e due performers Alice Grasso e Felicity. Dopo Firenze, il tour toccherà Bologna, Conegliano, Trieste, Ravenna, quindi Torino. Dalla Mole si proseguirà a Milano, Napoli, Sanremo, Roma, Montecatini, Bologna, Pesaro fino ad arrivare all’estate per il passaggio all’outdoor e a una serie di date già definite, altre ancora in fieri. La richiesta è così alta che ci potrebbero essere altre aggiunte. Il tour finirà tra dodici mesi e vedrà il suo culmine il 5 e 6 maggio nella prestigiosa cornice dell’Arena di Verona. L’evento teatrale dell’anno, in sostanza, che l’Italia attendeva da 11 anni, dal quel “Resto umile world tour” dei record. Pronti per essere battuti.
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