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14 Maggio 2021 - 07:39
L’incubo si è concretizzato di nuovo, il Toro ha centrato ancora un record negativo. Non era mai successo prima di gennaio 2020, è capitato due volte in 16 mesi: per la seconda volta in poco più di un anno, il presidente Urbano Cairo ha assistito a un’umiliazione casalinga da 0-7, il passivo più pesante della storia granata. All’epoca c’era Mazzarri, oggi guida Nicola, i periodi storici sono completamente diversi. Perché ad inizio 2020 il Toro stava fallendo l’appuntamento con l’Europa, ora c’è il rischio di sprofondare in serie B. Ed è proprio quello 0-7 dell’Atalanta che ha dato il via a una crisi che, di fatto, non si è mai realmente interrotta, con Belotti e compagni che viaggiano da tempo nelle acque tempestose da serie B. L’anno scorso Longo portò in salvo la barca, adesso ci sta provando Nicola: può ancora succedere di tutto, anche se il Toro avrà 90 minuti in più da giocare rispetto alla concorrenza. Prestazioni come quella contro il Milan, però, sono inammissibili: e i tifosi tornano sul piede di guerra.
Senza scuse
Nicola e Cairo hanno tenuto la linea della tranquillità, la gente granata è imbufalita. «La responsabilità è mia, probabilmente avevo caricato troppo la squadra in vista di questa sfida» dice il tecnico, che però ha presentato una formazione di tante seconde linee; «Purtroppo sono cose che succedono, ora dobbiamo tirare su la testa e sgombrare la mente per concentrarci sulle prossime» le parole del presidente. Nessuno, però, ha chiesto scusa ai tifosi: ed è proprio questo uno dei dibattiti più accesi sui social, con l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già di per sé debordante. La squadra non andrà in ritiro, lo ha annunciato lo stesso Cairo, e il numero uno del club di via Arcivescovado ha fatto sapere che starà vicino ai suoi ragazzi: ha assistito all’allenamenti di ieri, è atteso al Filadelfia anche per la giornata di oggi. E sarà già vigilia, con la trasferta di La Spezia in programma per sabato alle 15. C’è da lavorare sull’aspetto mentale, non è facile ripresentarsi con sette gol sul groppone. A maggior ragione, non lo è per chi li ha presi in prima persona.
Furia Sirigu
Ha incassato fino al quinto, poi al sesto non ci ha più visto. «Vi piace fare queste figure?» la frase, ovviamente più colorita, pronunciata da Sirigu quando il Milan stava asfaltando il Toro. Se l’è presa con tutti i compagni, mentre anche chi era entrato (Rincon, Ansaldi e Verdi) non stava facendo nulla per evitare il tracollo. Questo sarà il nuovo obiettivo di Nicola, che in parte era riuscito già a centrare: unire lo spogliatoio e restituire certezze. Manca una settimana alla fine della stagione, poi si faranno i conti con tutti, giocatori e allenatore. Non è facile, però, reagire a uno 0-7: lo scorso anno, i granata tornarono in campo portando il Milan ai supplementari di coppa Italia, poi persi, e sette giorni all’Atalanta ne presero altri quattro a Lecce, quelli fatali per Mazzarri. Era febbraio, oggi mancano 270 minuti alla fine: non c’è nessun margine per rimediare ad eventuali, nuovi errori contro lo Spezia. E anche se mancano appena tre punti da conquistare nelle prossime tre partite, intanto bisogna farli. Se possibile, evitando di trasformare Toro-Benevento in un terribile spareggio per non andare in B.
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