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04 Febbraio 2022 - 09:04
Sarà che riprendersi dalla scorpacciata inattesa di Tokyo 2020 non è facile o forse pure che sette mesi tra un’Olimpiade e l’altro non li avevamo mai visti. Ma finalmente oggi Pechino 2022 diventerà realtà con la cerimonia inaugurale all’Olympic Stadium, lo stesso impianto dei Giochi 2008 e anche questa è un’anomalia. Comincerà tutto alle 13 italiane, quando in Cina sarà sera. E comincerà senza pubblico: solo i membri delle delegazioni e quelli che sono stati invitati dagli organizzatori, dispersi in uno stadio immenso, ma è il prezzo da pagare al Covid. Prima a sfilare la Grecia, come succede sempre perché da lì è partito tutto. Ultima la Cina come Paese ospitante e in mezzo anche l’Italia che in realtà arriverà quasi in fondo. Già perché al di là dell’alfabeto cinese, gli azzurri vestiti Armani saranno i penultimi per ricordare che tra quattro anni le Olimpiadi torneranno da noi anche se Torino c’entrerà nulla.
Michela Moioli in testa con la bandiera, tutti gli altri dietro aspettando che arrivai anche Sofia Goggia impegnata con il suo recupero. Sarà il via ufficiale anche se per qualcuno i Giochi sono già cominciati. Come i discesisti azzurri che saranno impegnati in gara domenica e hanno testato per la prima volta la Pista Rock di Yanqing. Neve rigorosamente artificiale prodotta in Italia e difficoltà assortite per quella che si annuncia una gara vera, piena di incognite.
Nella prima prova miglior tempo per lo svizzero Stefan Rogentin e terzo Christof Innerhofer, anche se entrambi hanno saltato una porta mentre il valsusino Matteo Marsaglia ha chiuso 21esimo e Dominik Paris (al via con il 3 e quindi con pochi punti di riferimento) ha rimediato quasi 2 secondi. Inner sorride come sempre, ma si è pure divertito: «Questa è una pista che mi piace, bisogna sempre essere in movimento e spingere una curva dopo l’altra, sono pochi i punti scorrevoli, mi sono trovato bene. Non ho pensato a quello che voglio fare, ma a quello che ho sbagliato in passato, soprattutto nell’ultima Olimpiade, il mio obiettivo è fare meglio. Non c’è un vero punto ne quale fare la differenza, solo dobbiamo andare al massimo delle nostre possibilità».
E Marsaglia è carico: «Sicuramente è una pista divertente, ci sono alcune porte cieche e per questo abbiamo preso le misure. La neve è un po’ particolare, difficile da trovare in molte parti, simile a quella americana anche se meno aggressiva,. Ma la vera incognita è il vento». Intanto a dargli man forte è arrivato anche Mattia Casse, che non doveva esserci. Ma secondo la Rai il valsusino è sbarcato a Pechino e tra due giorni arriverà sulle piste olimpiche in tempo per il superg.
Ottimo intanto l’esordio del doppio misto di curling: Stefania Constantini e Amos Mosaner, altoatesino che fioca nel Team Retornaz Raspini di Pinerolo, hanno vinto le prime due partite: 8-4 agli Stati Uniti e 8-7 negli extra end alla fortissima Svizzera.
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