Da Cerci a Immobile: Sanabria entra nel club dei miglior bomber di Cairo

Superare quota venti gol segnati in campionato in Serie A, nell’era Cairo, è successo solo a due calciatori granata. Il primo a riuscirci è stato Ciro Immobile (22 reti per lui) nel corso della stagione 2013/2014. Il secondo, invece, è stato Andrea, detto il Gallo, Belotti arrivato a quota 26 nell’annata 2016/2017. Un club, quello dei 20 gol a stagione, difficilmente raggiungibile dai comuni mortali; basti pensare che quest’anno l’impresa è stata raggiunta solo - al momento, visto che mancano ancora due giornate al termine del campionato - da due calciatori, Osimehn (23 reti) e Lautaro Martinez (20). Guardando invece, a coloro che sono entrati in doppia cifra nell’era Cairo, i numeri degli iscritti al club salgono decisamente: Belotti è il record-man con sei stagioni oltre alla doppia cifra. Alle spalle del Gallo stazionano due ex granata che hanno fatto faville nelle loro rispettive stagioni in cui hanno giocato sotto la Mole: stiamo parlando di Alessio Cerci e Fabio Quagliarella, entrambi autori di 13 gol rispettivamente nei campionati 2013/2014 e 2014/2015. Il primo a riuscire nell’impresa di andare in doppia cifra nell’era Cairo però è stato Rolando Bianchi, autore di 11 reti nell’annata 2011/2012. A 12 reti siglate, invece, c’è lo spagnolo Iago Falque (riuscitoci in un paio di stagioni) e Tonny Sanabria, appunto. L’attaccante paraguayano ha stretto i denti pur di essere in campo dopo l’infortunio rimediato la domenica precedente. Grazie a Ivan Juric, che ha cercato - riuscendoci - di cambiargli il modo di attaccare gli spazi in area di rigore, l’ex Genoa è diventato un vero e proprio bomber andando a stabilire il suo record personale di gol segnati in un solo campionato.
Dato quasi per partente nel gennaio scorso quando la Lazio era alla ricerca di un vice Ciro Immobile, ora Sanabria è il punto fermo dell’attacco del Toro, il punto da cui ripartire anche la prossima stagione. Anche Cairo se lo coccola: «Sanabria? Ero un suo estimatore - ha detto l’editore - anche quando non faceva 12 gol, ci ho sempre creduto, è un grande giocatore. Poi lui ha dimostrato grande attaccamento alla maglia».

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