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CAMP A LONDRA

Il pugile Gabriele Bellandi alla Finchley & District ABC, la palestra dove è cresciuto Anthony Joshua: «Non credevo ai miei occhi»

Il 16 volpianese ha incontrato anche Sean Murphy, lo storico coach di AJ

Il pugile Gabriele Bellandi alla Finchley & District ABC, la palestra dove è cresciuto Anthony Joshua: «Non credevo ai miei occhi»

Gabriele Bellandi al centro del gruppo di atleti e tecnici italiani e inglesi

Londra è una delle città mondiali del pugilato e ha accolto il giovane talento Gabriele Bellandi, affamato di esperienze internazionali, per una settimana davvero indimenticabile. Il 16enne volpianese, allievo del maestro Roberto Lavecchia all’Accademia della Boxe, ha avuto l’opportunità, assieme ai compagni di avventura Tommaso Orlando (Pugilistica Alto Reno Michele Adduci), Anthony e Marzio El Moeti (Roma Boxe TorreAngela) e sotto la guida dei tecnici Alessandro El Moety ed Emanuele Orlando, di confrontarsi con i migliori talenti londinesi in intense sedute di sparring, che si sono rivelate molto formative, per arricchire il suo bagaglio, tecnico, fisico e mentale.

Il Camp gli ha permesso di allenarsi nella leggendaria palestra Finchley & District ABC, che ha visto nascere e crescere Anthony Joshua, poi diventato campione olimpico nel 2012 e mondiale professionisti dei pesi massimi per quattro sigle differenti. Bellandi ha fatto i guanti sotto lo sguardo di Sean Murphy, il primo coach di AJ. Il gruppo italiano è stato anche alla Leo’s Gym Boxing, altro luogo simbolo della capitale inglese.

Il 16enne volpianese con coach Sean Murphy:

«Non credevo ai miei occhi - racconta Bellandi - di essere in luoghi che hanno fatto la storia del nostro sport. Ho respirato l’atmosfera della boxe d’élite, imparando a misurarmi con avversari di altissimo livello e assorbendo preziose lezioni dentro e fuori dal ring, che mi saranno molto utili nel prosieguo della mia carriera. Questo viaggio non è stato solo un’occasione per migliorarmi tecnicamente, ma anche una scuola per forgiare il mio carattere e la determinazione. Sono tornato in Italia più forte di come sono partito e più consapevole di essere disposto a fare qualsiasi sacrificio per emergere».

Gabriele a febbraio potrà mettere in pratica ciò che ha imparato Oltremanica, partecipando a un torneo internazionale.

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