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Sportegolando

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Jorginho (Depositphotos)

MONACI «C’era un posto per i monaci e un altro per noi delle giovanili. Eravamo in sei in una stanza, ci siamo stati per un anno e mezzo, e ci pagavano 20 euro a settimana. I monaci ci trattavano benissimo, erano sempre molto rispettosi. Si prendevano cura di noi e il cibo era eccellente. Ho chiamato mia madre piangendo e dicendo che volevo tornare a casa, volevo smettere di giocare. Ma lei mi ha detto: “Non torni a casa e se lo fai trovati un posto dove stare perché a casa mia non ci entri. Ne hai passate così tante, hai mangiato lo stesso cibo per mesi e sei stato senza acqua calda e adesso vuoi smettere per i soldi? No”» Jorginho ricorda i suoi primi tempi in Italia con la maglia del Verona SVEGLIA «A volte nel calcio si commettono errori e si viene puniti. Ci siamo ripetuti due volte nella stessa partita, complicandoci tutto da soli. Sinceramente, non so cosa debba succedere per suonare la sveglia. Veniamo qui, diciamo che dobbiamo credere in noi stessi, ma poi non ci comportiamo come ripromesso in campo. Non credo sia impossibile ritrovarci ma non posso nascondere quanto sia complicato. Dobbiamo pensare alle prossime partite e soprattutto smetterla di prendere gol stupidi. E non è neanche il momento di mettersi a fare i calcoli. Non siamo nella posizione di pensare dove e come fare punti, occorre totalizzarne il più possibile da qui sino alla fine della stagione» Liverpool in crisi, Allison non capisce
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