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09 Marzo 2022 - 09:05
“Mi odino purché mi temano” era il motto di Caligola, un motto valido per gli autocrati di ogni tempo, tanto più valido ai nostri giorni. «Si potrebbe dire dalla Roma imperiale alla Mosca di oggi» afferma Luca Pignatelli. C’è anche il grande ritratto di Caligola tra le opere del maestro milanese che saranno esposte da venerdì prossimo, in contemporanea con la mostra di Alessandro Scarabello, al Museo Ettore Fico di Torino (entrambe rimarranno allestite fino al 26 giugno). Nell’antologica curata da Luca Beatrice in collaborazione con la Galleria Poggiali e dedicata all’artista conosciuto in Italia e nel mondo per le sue immagini che rivelano una profonda fascinazione per l’archeologia, si riflettono, dunque, gli echi della guerra in Ucraina, con le sue devastazioni e i suoi orrori. «Il tema è la follia delle dittature» sottolinea Pignatelli. E le lacerazioni, le ferite della guerra dovute a questa follia delle dittature si rivelano anche nei materiali usati, materiali di recupero, ferri, tele strappate, teloni di canapa. «Dipingo molto sui teloni dei treni - ha dichiarato - perché hanno già una loro vita, sono tele piene di memoria».
È un “teatro della memoria” quello narrato dalle oltre 50 opere esposte al piano terra del museo, tra creazioni site-specific, tele di grandi dimensioni e opere prodotte nell’ultimo decennio, in cui predomina l’astrazione sulla figurazione. Spiccano le tematiche e gli elementi figurativi “iconici” che lo hanno reso celebre come teste scultoree, imperatori, statue di divinità mitologiche appartenenti alla cultura classica della Grecia antica e della Roma imperiale. «La mia ricerca degli ultimi anni - afferma l’artista - è un ripensare che cos’è il tempo rispetto all’immagine, ai quadri. Io credo che oggi sia importante collocare l’immagine al centro di una riflessione sulla memoria».
È curata invece da Andrea Busto, direttore e presidente del Mef, in collaborazione con la galleria The Gallery Apart di Roma, la personale di Alessandro Scarabello che si apre sempre venerdì nelle sale di via Cigna 114. “Repetition kills”, così titola la rassegna, propone oltre una ventina di lavori, grandi oli su tela, realizzati dal pittore romano, già vincitore nel 2020 del “Premio Ettore e Ines Fico”, premio che ogni anno viene attribuito dal Mef durante Artissima a un artista che si sia particolarmente distinto sulla scena internazionale. Tra figurazione e astrazione le sue opere si collocano a pieno titolo nell’ambito delle avanguardie internazionali contemporanee. Una ricerca, la sua, che si abbevera alle fonti della cultura europea degli ultimi due secoli e trae ispirazione da Balthus a Luc Tuymans, da Scipione all’ultimo Tiziano.
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