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Diana, la Principessa triste che rivoluzionò il mondo

lady diana
E dire che avrebbe potuto fare per tutta la vita la maestra d’asilo, oppure la tata, due mestieri che aveva cominciato da giovane e ben si adattavano al suo carattere. Perché quella ragazza che è stata Diana Spencer prima di diventare Lady D. era già decisamente diversa dall’etichetta imposta dalla Corte. Solo che a differenza di quanto successo molti anni dopo con Meghan e Harry, il figlio che ha ereditato il suo carattere vivo e ribelle, ha preferito togliere lei il disturbo con il divorzio invece che portarsi via il marito. Non sappiamo chi avrebbe preferito tra Kate e Meghan, due nuore decisamente diverse non solo per formazione e vita sociale. Ma sappiamo che ha lasciato un’impronta profonda in tutti quelli che ha incrociato. Forse se sua nonna Ruth Fermoy, che ha servito la famiglia reale per quasi 40 anni, non fosse stata così profondamente legata alla regina Elisabetta II, sarebbe andata a finire diversamente. Ma le due famiglie si conoscevano bene, anche se tra reali e visconti (come gli Spencer) differenza ce n’era ancora molta. Eppure nessuno la notò quel 29 luglio del 1981, quando nella cattedrale di St. Paul a Londra la coppia si scambiò fedi e promesse. Da lì in poi Diana Spencer diventò per sempre la principessa Diana, Sua altezza reale. E tale rimase, almeno per la gente, anche dopo la separazione, perché lei era la vera principessa del popolo, icona di un secolo più presa dall’impegno sociale che dai pettegolezzi buoni per le riviste di gossip. Personalità enorme, come enormi erano le sue fragilità. Fin da subito fu costretta a combattere non tanto con le regole del Palazzo, quanto con la presenza ingombrante di Camilla Parker Bowles, la vera principessa in pectore. Fu così che nonostante la nascita di William e Harry, le gioie più belle della sua vita, Diana cominciò a combattere contro la bulimia e poco alla volta perse anche il sorriso. Dalla metà degli anni Ottanta ha cominciato a muoversi con garbo ma anche determinazione feroce con disinvoltura tra ospedali, orfanotrofi, scuole, mettendosi al servizio di tossicodipendenti, malati di HIV, lebbrosi, senza tetto. Invece dei capi di stato, a lei piaceva dialogare con i grandi del tempo, come il Dalai Lama, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela e quello che ha fatto è passato comunque alla storia. Come il suo impegno in prima persone contro le mine anti-uomo nella ex-Jugoslavia: fotogrammi che sono passati alla storia, tanto diversi dai rigidi protocolli che spesso era costretta ad osservare. Il divorzio dal principe Carlo, nell’agosto 1996, è stato l’inizio della fine anche se nessuno allora poteva immaginarlo, nemmeno lei. Rimase Diana, Principessa di Galles, e da allora i paparazzi che prima erano stati sempre respinti con perdite non la lasciarono più vivere. Nessuno ha mai saputo con certezza quello che accadde a Parigi, sotto il Pont de l’Alma, quel 31 agosto 1997. L’unico dato certo è la morte di Lady D insieme al fidanzato Dodi al-Fayed ed Henri Paul, il suo ultimo autista. Al suo funerale parteciparono oltre tre milioni di persone, per un abbraccio che le sarebbe piaciuto ricevere anche in vita e che l’ha fatta passare direttamente al mito. Una delle sue frasi più celebri la disse prefigurando il futuro: «Ho detto a William: se trovi nella tua vita qualcuno da amare, tienitelo stretto. E se sei fortunato da trovare qualcuno che ami te, allora questo qualcuno devi proteggerlo». Forse voleva fare solo la maestra, di sicuro per molti è stata una maestra di vita, anche se manca da 25 anni.
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