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22 Novembre 2022 - 08:39
Diecimila le prenotazioni ad oggi e oltre 300 i gruppi che hanno già riservato la visita. E questo ad un mese all’apertura della mostra. Si preannuncia come un grande evento per la città di Vicenza, come conferma il suo sindaco Francesco Rucco, la rassegna ideata e promossa in collaborazione col Museo Egizio di Torino “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” che si inaugurerà il 22 dicembre prossimo nell’edificio simbolo della città veneta, la Basilica Palladiana vicentina, diventata Monumento Nazionale e Patrimonio dell’Unesco. Un grande evento anche per il museo di via Accademia delle Scienze.
«I nostri reperti non sono mai stati esposti in un luogo di valore artistico e culturale come quello della Basilica» sottolinea il direttore dell’Egizio Christian Greco, curatore della rassegna insieme con Corinna Rossi, Cédric Gobeil e Paolo Marini.
Sono circa 180 gli oggetti in partenza da Torino, per la Basilica Palladiana che li ospiterà, insieme con una ventina di prestiti del Louvre di Parigi, fino al 7 maggio 2023 nell’ambito del progetto triennale “Mostre in Basilica”.
Tombe, sarcofagi, statue colossali, bassorilievi e stele dipinti, rotoli di papiro e reperti millenari condurranno il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio, raccontando la vita quotidiana degli antichi egizi. Prima tappa sarà la Tebe di 3.300 anni fa, capitale del Nuovo Regno per quasi tre secoli. Qui si incontreranno i grandi gruppi scultorei e le statue monumentali dei regnanti. Poi si attraverserà il Nilo per raggiungere Deir-el-Medina, il piccolo villaggio a poca distanza dalla necropoli reale, sulla sponda opposta rispetto a Tebe, dove per 500 anni operai, artigiani, scribi si dedicarono alla creazione e preparazione delle tombe dei faraoni. «E al pubblico apparirà straordinaria quanto la vita ordinaria di allora sia simile alla nostra» chiosa il curatore Cédric Gobeil che è stato anche direttore degli scavi di Deir-el-Medina.
Il percorso espositivo della rassegna si divide in due ampi sezioni: una che illustra la vita terrena e l’altra dedicata alla vita dopo la morte, in una sorta di realtà parallela, come si direbbe oggi di un “metaverso”.
L’esposizione vicentina sarà anche l’occasione per vedere tesori poco noti, come il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il celebre corredo della regina Nefertari che torna in Italia dopo diversi anni di tour all’estero. A corredo della mostra anche installazioni multimediali, esperienze immersive e riproduzioni in 3d.
Tra i partner dell’esposizione Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia che «con l’Egizio - sottolinea Michele Coppola, direttore di Arte Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo e direttore delle Gallerie d’Italia -hanno un forte legame».
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