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In scena al Carignano: “Il gabbiano” e le sue pene d’amore

il gabbiano carignano

«È una commedia, ci sono tre parti femminili, sei maschili, quattro atti, un paesaggio (veduta lago); molti discorsi sulla letteratura, poca azione, tonnellate d’amore». Così Cechov, scrivendo ad un amico, sintetizza “Il gabbiano”, quel suo dramma scritto nel 1895 rivelatosi un fiasco clamoroso al suo debutto nel 1896 a San Pietroburgo e poi diventato un successo altrettanto clamoroso.

Quel gabbiano ha anche cambiato la vita di Lidi: «È quello che mi ha veramente fatto innamorare del teatro - confessa - il mio preferito di sempre». Ed è proprio di lì che il regista e attore piacentino, regista associato e vicedirettore della Scuola per Attori dello Stabile di Torino, ha deciso di partire per realizzare la sua trilogia su Anton Cechov.

Prima tappa di un progetto triennale che proseguirà con “Zio Vanja” e “Il giardino dei ciliegi”, la “Il gabbiano” di Anton Cechov, una produzione dal Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione col Festival dei Due Mondi, andrà in scena nella rilettura di Leonardo Lidi da martedì 13 a domenica 18 dicembre al Teatro Carignano di Torino.

Quattro atti condensati in due ore di spettacolo, dove tutto è lasciato alla parola, alla recitazione degli interpreti: Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna (una parte maschile è interpretata da una donna). Niente scenografia, dunque, solo uno spazio vuoto, disadorno, dove gli attori si confrontano col testo come fossero in una sala prove. Ispirandosi anche alla canzone di Enzo Jannacci “Ecco tutto qui”, Lidi parla dell’amore distruttivo a partire dalla storia di un gabbiano ucciso da un giovane in riva al lago, frustrato perché non ricambiato dalla ragazza che ama. «Se il pennuto fosse ancora in vita, e soprattutto se potesse parlare - commenta il regista - avrebbe tutto il diritto di chiedere al suo assassino, il giovane Kostantin, il perché di tanta ingiustificata cattiveria. E Kostantin, dall’alto del suo misero dolore, potrebbe balbettare qualcosa sulla sua infelicità, sul suo continuo fallimento, e su quanto non sia corrisposto dalla giovane Nina».

Tutte le repliche sono accessibili con il supporto di soprattitoli in italiano e in italiano semplificato con descrizione dei suoni, attraverso l’uso di smartglasses, tablet o smartphone.

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