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A tu per tu con LeiKié, la regista misteriosa del fenomeno "PAPmusic"

Domenica all'Ideal la festa e la proiezione del film d'animazione sul mondo della moda

A tu per tu con LeiKié, la regista misteriosa del fenomeno "PAPmusic"

LeiKié, regista di "PAPmusic"

Non sarà una domenica qualunque quella organizzata il 26 gennaio all’Ideal Cityplex: dalle 19,30 inizia la festa dedicata al film di animazione “PAPmusic - Animation for fashion”, opera prima della misteriosa regista LeiKiè, una viaggio nel mondo della moda, della musica e dell’amore realizzato in animazione e con un ampio cast di voci famose coinvolte nel doppiaggio.
LeiKié, come avete organizzato la serata?
«Alle 19,30 incontriamo tutto il pubblico, lo invitiamo ad arrivare prima per i saluti, per ascoltare un po’ musica e incontrarci, condividere qualche scatto fotografico da condividere - sarà momento un po’ solare da passare insieme. Alle 20 guardiamo il film e poi ne parliamo: c’è ancora qualche biglietto, per chi volesse unirsi alla festa: venite pure con parrucche, occhiali, colori».
Che film è “PAPmusic”?
«Il titolo viene dalla pop music, dalla pop art e dal pret-a-porter, che nel mondo della moda si chiama “pap”. È un film molto colorato, che vuole essere innovativo, sul quale sono state raccontate tantissime cose, anche da chi non lo ha visto. Parla delle dinamiche del mondo della moda con un ritmo frenetico, ambientazioni realistiche, tanti colpi di scena e tanta ironia».
C’è un lungo elenco di personaggi noti coinvolti nel doppiaggio.
«Vero, ci sono nomi importantissimi del cinema, della radio, della musica, a cui è piaciuto questo connubio. Un cast pazzesco di doppiatori, da Luca Ward a Rudy Zerbi, e poi Marco Mazzoli, Jake La Furia, Tamara Donà, Fernando Proce, Sergio Sylvestre, Regina e molti altri».
Il film torna in sala dopo qualche mese con un evento speciale: come mai?
«Abbiamo avuto una prima uscita a fine settembre, ma siamo stati poco in sala per mancanza di pubblico: poi però hanno iniziato a scriverci ragazzi che lo volevano vedere e abbiamo organizzato delle proiezioni evento, a Milano, poi a Roma e ora a Torino. Sono felice di questo affetto verso il film, c’è tanta curiosità».
Come autrice ha scelto un nome d’arte: chi si nasconde dietro LeiKié?
«A questa domanda potrei rispondere per ore, c’è molta curiosità. Diciamo che mi sono trovata a fare tantissime cose nella vita e a volte mi perdevo, ho fatto teatro, musica, non riuscivo a gestire tutto quel che producevo, ho diretto video e poi questo film. Avevo bisogno di un nome che mi facesse uscire dagli schemi».

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