Belen all’attacco del suo ex
«Ci vediamo in Tribunale»

Non è vero che a Natale siamo tutti più buoni. Basta chiedere a Belen Rodriguez, che nelle ultime ore è stata protagonista di un feroce, ma anche inatteso scambio di accuse incrociate con Antonino Spinalbese, padre della sua seconda figlia. La showgirl argentina ha passato le feste in compagnia del suo nuovo amore, l’imprenditore bresciano Elio Lorenzoni, in un lussuoso resort della Franciacorta affacciato sul Lago d’Iseo. Con loro anche la piccola di casa, immortalata con loro nella Spa della struttura. Ma è stata proprio la lontananza da Luna Marì a scatenare Spinalbese e lei non è stata a guardare: «Ho letto articoli alquanto diffamatori e equivoci sul mio conto.

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Ho visto post e stories creati ad hoc - ha scritto lei sui social - cercando di passare per vittima davanti al pubblico e alla gente italiana, provando ancora una volta a mettermi in cattiva luce. Invito la persona che mi ha tirato in ballo ad occuparsi di sua figlia durante tutto l’anno, non porre attenzione solo sul giorno di Natale». E poi l’affondo: «Ricordatevi, nella vita la gratitudine è grande cosa. Tenetelo bene in mente, e state con i piedi per terra, perché se si perde umiltà e si spicca il volo, come avete visto negli ultimi giorni le varie notizie che invadono le prime pagine dei giornali ci si fa molto ma molto male». Ma cosa l’aveva scatenata? Il duro sfogo di Antonino che evidentemente voleva passare le feste con la figlia: «Essere padre vuol dire amare incondizionatamente una figlia. Stare in silenzio e accettare passivamente tutte le decisioni e i capricci altrui.

Accettare contro la mia volontà di essere messo da una parte, sentendo continuamente insulti e bugie sul mio conto. Essere genitore non significa avvalersi di babysitter, autisti, personale di servizio e preferire tutti gli altri parenti nuovi compagni alla presenza del padre». Finita così? No, perché Belen promette battaglia: «Le minacce sono molto gravi e hanno bisogno della attenta supervisione di un giudice. Spero tu abbia qualcuno di bravo per difenderti perché ho perso la pazienza. Ci vediamo in tribunale».