Oriana Sabatini e Paulo Dybala
«Le nozze? Il mio Mondiale...»

Mancano meno di tre mesi, la pressione sale ma Oriana Sabatini non vede l’ora. Perché il 20 luglio in Argentina dirà sì a Paulo Dybala, aprendo una pagina nuova nella loro vita insieme. Ne ha parlato a “Verissimo”, smentendo anche la leggenda sul loro primo incontro. Non ad un concerto di Ariana Grande. In effetti c’erano andati insieme, ma ognuno per i fatti suoi perché non si conoscevano davvero. «L’ho conosciuto dopo il concerto. Era complicato, perché Paulo non aveva tanto tempo. Era in vacanza e le sue vacanze sono sempre corte. Ci siamo visti con i nostri amici in comune, tutti insieme. Pensavo fosse solo una bella esperienza, ma che poi sarei tornata alla mia vita normale».

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Invece stava per cambiare tutto: «Paulo è un ragazzo insistente, perseverante e così è iniziato tutto. Mi ha mandato un messaggio su whatsapp chiedendomi se volessi uscire per un appuntamento. E io ho detto: “Chi è questo Paulo?”, perché non mi aveva detto il cognome. Ho mostrato la sua foto a mio padre e gli ho chiesto: “Sai chi è questo ragazzo?”. E lui mi ha detto che era un calciatore argentino che giocava in Italia». In effetti non si sono rivisti più per quasi un anno: «Per me era interessante conoscere una persona che lavora in un mondo super diverso dal mio. Poi lui è tornato in Italia e per un anno non ci siamo più parlati. Io non volevo venire in Italia perché non lo conoscevo così tanto. Era una cosa da una sola volta. Dopo un anno mi ha scritto e ho detto: “Ok, posso andare in Italia una settimana per vedere come va”. Ora sono passati sei anni». Insieme hanno vissuto prima a Torino, anche durante il periodo della pandemia, e ora a Roma. Lì è arrivata anche la proposta: «La proposta? Non mi aspettavo che la facesse davanti alla Fontana di Trevi. Gli parlavo sempre del matrimonio, ma lui temporeggiava e ho pensato che non sarebbe mai successo. Pensavo che era uno scherzo, perché lui me ne ha fatti tanti così, e invece... Per me sposarmi è il sogno più importante. Dico sempre a Paulo che questa è la mia Coppa del Mondo, ora posso morire in pace».