La guerra dei dazi fa tremare anche lo streaming: abbonamenti verso l’impennata

Se la recessione è solo una possibilità, la percezione del rischio economico è già realtà. E in un clima di crescente incertezza, anche i giganti dello streaming rischiano di pagare il conto. Gli analisti lo dicono chiaro: negli Stati Uniti, la spesa mensile per Netflix, Disney+, Apple TV+ e simili potrebbe subire una frenata. Il motivo? Il portafoglio degli americani sta entrando in modalità difensiva.

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A far tremare le piattaforme è l’ultima mossa del presidente Donald Trump, tornato sulla scena con una politica commerciale muscolare: dazi del 10% sulle importazioni da gran parte dei partner globali, con misure ancora più dure contro Europa e Asia. Un colpo diretto a beni di consumo come automobili e scarpe, ma che, indirettamente, rischia di far scricchiolare anche i pilastri del tempo libero domestico.

Alcuni paesi — come la Cina — stanno valutando contromisure alle politiche di Trump, inclusa una tassa aggiuntiva sui servizi streaming statunitensi o addirittura un divieto temporaneo all’importazione di film americani. Una vera e propria escalation commerciale che potrebbe cambiare gli equilibri globali dell’intrattenimento digitale.

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Lo streaming è stato, finora, una delle scelte più accessibili per l’intrattenimento domestico. Ma con il rallentamento dell’economia e il clima da guerra commerciale, nulla è più scontato. La battaglia per l’attenzione del pubblico non si combatterà più solo con le serie migliori, ma anche con il miglior prezzo — e una nuova capacità di resistere alle turbolenze globali.