La vignetta del giorno - 4 dicembre 2025

Scoppia la polemica attorno a “Più libri più liberi”, con alcuni editori e autori di area progressista che contestano la presenza di stand ritenuti vicini alla destra estrema. L’accusa è quella di concedere visibilità a realtà considerate lontane dai valori del festival. Ma mentre si levano appelli indignati, resta una domanda inevitabile: se tutti invocano la parola “libertà”, è davvero possibile — o auspicabile — invocare la censura di autori e libri? Il rischio è che il dibattito culturale si trasformi in un recinto ideologico, dove si accede solo previo controllo di appartenenza. Una fiera dell’editoria dovrebbe essere, per natura, il luogo del confronto e non della squalifica preventiva. Difendere la pluralità non significa accettare ogni posizione, ma garantire che il dialogo prevalga sulla rimozione. In caso contrario, la libertà diventa uno slogan svuotato, e la cultura un terreno sempre più fragile. In ogni caso, per gli editori contestati, tanta pubblicità gratuita.

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