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Barbara Berlusconi racconta: «I figli, la depressione, papà»

La scoperta della malattia e la fondazione per aiutare i più giovani

Berlusconi

Barbara Berlusconi

La politica e la televisione? Li lascia ai fratelli, almeno quelli più grandi. Barbara Berlusconi a 41 anni ha trovato finalmente la sua strada e ha aperto una fondazione con il suo nome. Perché, come ha spiegato al Corriere della Sera, «questo momento arriva dopo un percorso personale, familiare e professionale che mi ha portata a sentire l’esigenza di restituire».

Fino a oggi dopo l’esperienza con la dirigenza del Milan ha fatto soprattutto la madre, di cinque figli: «Come mamma sono molto presente, anche se ho degli aiuti e so bene quanto io sia una privilegiata. Non volendo rinunciare completamente ai miei interessi e al lavoro ho cercato un equilibrio. La scelta naturale è stata quella di ridurre moltissimo la vita sociale. Non esco quasi mai la sera. Metto io a letto i bambini, li porto a scuola, li seguo nelle loro attività». Scelta di vita sì, ma fino a un certo punto: «Ho avuto due figli uno dopo l’altro, nell’arco di quindici mesi. Per alcuni anni mi sono proprio fermata. Ero abituata ad avere giornate piene, ma ritrovarmi chiusa in casa con quattro figli è stato uno choc. Ho sempre desiderato avere una famiglia, ma non l’avevo immaginata così numerosa... Spesso mi dicono che sono stata coraggiosa. Io rispondo che sono stata incosciente».

La fondazione è una diretta conseguenza e avrà «un’attenzione all’infanzia e all’adolescenza. Ci interroghiamo sull’uso degli strumenti digitali, sugli smartphone, sui social media, su come stiano incidendo sullo sviluppo dei ragazzi. E sosteniamo realtà che lavorano sui disturbi dell’apprendimento, come Dsa e Adhd». Disturbi che lei conosce bene, soprattutto il secondo: «Da ragazza avevo più insicurezze. Dieci anni fa è cominciata una depressione impegnativa, durata a lungo. Ho scoperto di avere l’Adhd. Non era una mia colpa, non era mancanza di volontà».

Quindi la politica può aspettare: «Ho le mie idee, ascolto, mi informo e poi tiro le mie conclusioni. Mi sento profondamente liberale e credo in uno Stato al servizio delle persone». Il ricordo del padre però è sempre presente: «Spesso fuori per lavoro. Quando tornava, quei momenti erano di una gioia immensa. Ricordo l’estate, al mare. Lui arrivava di solito il sabato pomeriggio verso le tre. Mia madre ci preparava, ci vestiva eleganti, con i fiocchetti nei capelli, tutti in ordine. Lui ci prendeva così come eravamo e ci buttava in piscina. Ma si buttava anche lui. In giacca e cravatta. Ho delle foto di lui così, completamente vestito in acqua con noi. Mia madre si divertiva moltissimo».

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