Apologia ed istigazione a delinquere con finalità di terrorismo: le indagini della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri hanno portato all'espulsione di N.N., tunisino di 28 anniirregolare sul territorio nazionale, rimpatriato nella giornata di ieri.
SI ERA AVVICINATO ALL'IMAM, ESALTAVA I TERRORISTI Il 28enne si era infatti avvicinato all’Imam, esaltando più volte l’azioneterroristica facendo riferimento all’attentatore parigino responsabile della decapitazione del professor Samuel Paty e rimproverando quest'ultimo per aver stigmatizzato l'azione criminale. Il tunisino, successivamente, si è ritrovato per un periodo in un centro d’accoglienza data la sua positività al Covid: qui ha minacciato di tagliare la gola a diversi operatori sanitari, rifiutando ogni regola di convivenza all’interno della struttura.
ISTIGA I CONNAZIONALI: "DOBBIAMO FARE JIHAD" Dimesso, il 28enne è stato associato presso il locale Centro di Permanenza per il Rimpatrio in corso Brunelleschi, dove ha sin da subito messo in evidenza la sua particolare inclinazione alla violenza. L'uomo ha infatti esternato più volte ad altri connazionali la volontà di compiere attentati in Italia in nome del Jihad e prometteva ai presenti falsi documenti di soggiorno: “Una volta usciti da qui ed arrivati in patria ci penso io a farvi avere i documenti per ritornare nuovamente in Italia. Questa vita non vale niente e dobbiamo seguire la strada di Allah per fare Jihad, o qui o in Siria: io non ho niente da perdere, quello è il mio obiettivo e la mia strada. Io faccio kamikaze, vi taglio la gola”.
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ORGANIZZA RIVOLTA AL CPR: "DIAMO FUOCO A TUTTO" Durante il suo periodo di trattenimento presso il CPR il 28enne aveva inoltre tentato di organizzare una rivolta con alcuni connazionali (“spaccate le televisioni e incendiate le stanze, accendete la sigarette e date fuoco ai fazzoletti di carte. Metteteli vicino ai materassi così brucia tutta la stanza”). I suoi atteggiamenti violenti, poi, lo hanno condotto all'arresto nello scorso 28 novembre. Qui è stato condannato alla pena di 2 mesi e 20 giorni di reclusione, venendo poi nuovamente tradotto al locale CPR.
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