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20 Giugno 2021 - 07:47
Mancano camerieri, baristi, cuochi, insomma i lavoratori stagionali che l’anno scorso la “stagione” l’hanno fatta a metà o per niente. Spazzati via dall’ondata pandemica, ora che i locali - tranne le discoteche - hanno riaperto si contano migliaia di posti vuoti e le domande fioccano. Ergo, chi vuole davvero lavorare dovrebbe avere molte più opportunità di prima. Ma non è così. Perché se è vero che a spulciare gli annunci tra Facebook, Subito.it, Bakeca.it o i giornali, c’è da perdersi, non sempre da parte di chi l’impiego lo offre c’è quella serietà che invece dovrebbe esistere per principio. Un esempio? Proprio la ristorazione. Annunci telegrafici, e titolari di bar e pizzerie che fanno i misteriosi al telefono, ad esempio senza specificare per quanto tempo si dovrà lavorare o i giorni di riposo. E guai a parlare di soldi, al cellulare. «Lo stipendio? Di questo parleremo a quattr’occhi. Meglio se vieni qui e provi - così un ristorante in zona Sassi -, almeno un giorno o due. Ne sento tanti che decantano le loro capacità e poi non sanno nemmeno lavare i piatti».
Frase identica anche da un altro ristorante, in corso Vercelli. «Prima voglio vederti all’opera, poi ti dico quanto ti posso dare», la risposta del titolare. «Lo stipendio è quello che dice la busta», rispondono, con queste esatte parole, da una trattoria di via Bava. E ci si domanda cosa volessero intendere. Dopo un po’ di telefonate condite dalla stessa solfa, non ci si osa più a chiedere, nemmeno timidamente, quanto potrebbe essere la retribuzione. Che sarebbe poi una domanda legittima, visto che il lavoro si basa su domanda e offerta. Sempre in fatto di ristorazione, ci sono poi gli annunci per così dire “unisex”. Cercasi cameriera, cercasi una barista. Donne, insomma. Per cui, se dall’altro capo del telefono risponde una voce maschile, viene subito troncata. «No, niente uomini, voglio una ragazza. Deve aiutare mio nipote a fare le pulizie», afferma un barista di Collegno.
A dire il vero, ci sono anche parecchi posti che mettono l’annuncio per una donna e una volta contattati correggono il tiro: «Ma sì, va bene anche un ragazzo». Insomma, sul web manca un po’ di serietà e c’è poca chiarezza, al punto che molti utenti sui gruppi Facebook dedicati al lavoro si sfogano dicendosi «sconcertati da certe risposte». Tant’è che per fare già colpo prima del colloquio, molti compilano la loro offerta di lavoro come se fossero sui siti di incontri. E si definiscono “solari”, “dolci” oppure “premurose”. E questo, senza dimenticare quei tanti ragazzi e ragazze, laurea magistrale alla mano, che mettono annunci per fare i dog-sitter o i cat-sitter. Perché ormai tutti abbiamo animali, e siccome arriva l’estate bisognerà pur lasciarli a qualcuno. Ed ecco che si fanno avanti i neo-laureati, i quali magari dopo un bel 100 e lode avrebbero sperato in qualcosa di meglio che dare la pappa al nostro Fido.
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