l'editoriale
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04 Luglio 2021 - 07:43
Il Comune chiude i rubinetti e due chiese restano senza i fondi promessi per pagare i lavori di ristrutturazione. Si tratta della parrocchia Gesù Redentore di don Alberto in piazza Giovanni XXIII a Mirafiori e dei Santi Pietro e Paolo di largo Saluzzo.
I due parroci hanno effettuato interventi credendo di poter contare su rimborsi che ora, invece, risultano negati. Il motivo? Non è chiaro. I due parroci sono stati avvisati dagli uffici comunali che «la Tesoreria non aveva più i fondi a disposizione» racconta Don Alberto che, per la sua chiesa di Mirafiori, aveva presentato un progetto da 350mila euro. «Il finanziamento era di soli 45mila euro - precisa -. La prima tranches, pari all’80% del contributo, ci è stata versata correttamente all’inizio dei lavori; mentre quando abbiamo presentato in consuntivo ci è stato detto che non c’era più nulla». A mancare sono 9mila euro. «Li usiamo per mettere a norma spazi utilizzati per l’estate ragazzi, gruppi anziani e per le lezioni agli stranieri che vogliono cercare lavoro - racconta ancora il parroco -. Servono impianti elettrici certificati, abbattimenti di barriere architettoniche e altri lavori di questa natura». La chiesa di Gesù Redentore risale al 1957 e ha una valenza artistica importante per l’uso del cemento armato. «Ogni anno una università di architettura Svizzera manda i suoi allievi a studiare la nostra chiesa» racconta il don con una punta di orgoglio. Ma l’amarezza per la gestione dei fondi pubblici riaffiora subito. A far riflettere è anche l’entità del finanziamento che viene erogato dal Comune secondo la legge regionale 15-1989. «A fronte di un progetto da 350mila euro ne sono stati erogati solo il 15%. - sottolinea il parroco -. Stando così le cose, è facile che in molti rinuncino a fare i lavori». Pare infatti che, grazie alle numerose rinunce degli ultimi anni, il Comune abbia accumulato un tesoretto da 100mila euro di fondi deliberati e mai erogati. Il condizionale però è d’obbligo, dal momento che se ci fosse realmente la disponibilità di un fondo cassa, sarebbe incomprensibile il niet all’ultima tranches di fondi già deliberati alle due parrocchie. Anche la chiesa di San Salvario risulterebbe in credito di 5mila euro, secondo la stessa trafila burocratica dei colleghi di Mirafiori. Alla vicenda si è interessato il capogruppo dei Moderati in Sala Rossa Silvio Magliano, che ha depositato un’interpellanza alla sindaca per chiedere ragione dei fondi scomparsi. «Ci troviamo di fronte a un fatto gravissimo - tuona Magliano -. Parliamo di cifre assolutamente rilevanti nell’ambito del bilancio annuale di una chiesa cittadina. I due parroci hanno effettuato opere nella sicurezza di poter contare su questi rimborsi e ora scoprono che un quinto della cifra non è più disponibile».
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