È arrivata in tarda serata la telefonata del Capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio all’assessore della Regione Piemonte Marco Gabusi per un aggiornamento sulla situazione dei territori colpiti ieri dai violenti nubifragi. «Dopo i temporali di ieri – precisa l’assessore Gabusi - stiamo assistendo sindaci e popolazione grazie all’incessante opera del Coordinamento regionale di Protezione civile, mentre da oggi i nostri tecnici raccoglieranno tutti i dati rispetto ai danni subiti. Il Capo Dipartimento Curcio mi ha assicurato che sarà valutata tempestivamente la richiesta dello stato di emergenza. A mia volta ho chiesto che si faccia una valutazione molto attenta e scrupolosa dei danni dal momento che siamo di fronte a qualcosa di diverso rispetto al passato: non si tratta più, infatti, di emergenze episodiche, ma di fenomeni che si ripetono su territori già provati da eventi precedenti. Ci ritroviamo a chiedere lo stato di emergenza per la seconda volta in meno di una settimana: è chiaro che dobbiamo iniziare a ragionare su metodiche nuove di difesa del suolo e di protezione delle colture e delle strutture».
Nel corso del colloquio l’assessore Gabusi ha anche aggiornato puntualmente il Capo Dipartimento Curcio sulla situazione in Piemonte, sottolineando la violenza della grandinata che ha colpito soprattutto Torino e il Sud del Piemonte fino all’Albese, con danni importanti in zone come Castellinaldo, San Damiano d’Asti e Revigliasco d’Asti. «Abbiamo visto tutti circolare sui social – evidenzia l’assessore Gabusi - le foto di chicchi di grandine grossi come una mela o come una merendina. Le dimensioni spaventose e la violenza delle precipitazioni hanno creato danni enormi a auto e colture, e nel Verbano hanno causato esondazioni nel giro di poche ore. Come concordato con il Capo della Protezione Civile ci sarà una valutazione attenta della situazione e per questo lo ringrazio».
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Per la giornata di oggi il servizio meteorologico dell’Arpa prevede ancora piogge su tutto il Piemonte, ma con un rischio idrogeologico limitato solo per le zone del Verbano, nell’area del fiume Toce, e nelle valli Sesia, Cervo e Chiusella.
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