Gli sceriffi ci sono solo nel Far West e nessuno ha mai pensato di delegare ai titolari dei locali commerciali il compito di controllare i documenti d’identità ai loro clienti. «Non sono pubblici ufficiali - ha detto ieri la ministra (così ai tempi del governo pentastellato, oggi più semplicemente ministro) dell’Interno Luciana Lamorgese, ieri a Torino per partecipare al Comitato provinciale di sicurezza e ordine pubblico -, pertanto non spetta a loro accertare l’identità di chicchessia. Ma dovranno, questo sì, verificare che ogni avventore sia provvisto di green pass». Dunque, Lamorgese, che era accompagnata dal capo della polizia Lamberto Giannini, ha pronunciato le parole definitiva e ha chiuso la questione. Un lavoro in più, quello del controllo del passaporto sanitario, per i commercianti ai quali non è consentito di aggirare il problema grazie all’utilizzo di un QCode (come avviene in Germania e in alcune città francesi) che se inquadrato con il cellulare del cliente “legge” il green pass e consente l’accesso ai locali, senza alcun controllo diretto da parte dei commercianti. Ma un sistema informatico così evoluto (nonostante al governo sieda un ministro, Vittorio Colao, per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale), ancora non è stato adottato in Italia. Poi il ministro è intervenuto sulle numerose manifestazioni di chi è contrario all’utilizzo del certificato vaccinale: «In questo periodo abbiamo a che fare con manifestazioni quasi tutti i giorni, alcune sono anche di una certa violenza - ha detto -. Il programma vaccinale va avanti quindi in questo momento la certezza è che le cose vadano meglio. Bisogna comprendere che vaccinarsi è utile per se stessi e per gli altri. Per i controlli sui green passa, noi daremo un supporto, dove necessario, come forze di polizia e con controlli a campione. Ma non c’è nessuna minaccia alla democrazia, la salute pubblica ha la priorità». Sempre in tema di Sanità, Lamorgese ha aggiunto: «Dobbiamo garantire la scuola in presenza perché abbiamo il dovere di tutelare psicologicamente i nostri ragazzi e l’obbligo del vaccino per gli insegnanti sarà un’ulteriore tutela per i giovani che vanno a scuola. Stiamo lavorando con i tavoli dei prefetti per quanto riguarda i trasporti e siamo fiduciosi perché, rispetto a un anno e mezzo fa, abbiamo fatto molta strada». Mentre sulla possibilità dei vaccini obbligatori in azienda, il ministro/a ha sottolineato: «Dovrebbe dipendere dalla libertà individuale. Il governo valuterà quello che è meglio fare, ma il rischio è ridimensionato e il ministro Orlando sta facendo di tutto per evitare scontri sociali. E poi l’economia sta andando bene, anche il Pil è in risalita. Sono tutti segnali positivi per il Paese che dovrebbero disinnescare bombe sociali». Infine, sull’immigrazione, Lamorgese ha detto: «Stiamo seguendo linea dei corridoi umanitari, tutta una serie di attività perché l’immigrazione diventi regolare. Così avviene col decreto Flussi. Salvini? Gli dico che se ci sono delle iniziative che ci può suggerire per bloccare le navi io raccolgo tutti i suggerimenti».
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