L’ultima conta in Piemonte arriva a 55mila firme di cui almeno 30mila raccolte dai banchetti sparsi per Torino. Più di una su dieci, insieme con le oltre 150mila arrivate attraverso le sottoscrizioni on line, che hanno permesso di superare le 500mila necessarie a chiedere un referendum sull’eutanasia legale. Più di mezzo milione di persone, infatti, hanno aderito all’iniziativa come hanno ufficializzato, proprio ieri, Filomena Gallo e Marco Cappato a nome del Comitato promotore referendum Eutanasia Legale e dell’Associazione Luca Coscioni.
«La cosa che ci ha impressionato di più è stata l’ampia partecipazione dei giovani, l’interesse manifestato dalle generazioni più giovani che hanno evidentemente compreso quanto la questione sia ampia e non si limiti solo a modificare un articolo del codice penale» sottolinea Igor Boni dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta. Ora l’obiettivo è quello di raddoppiare il risultato già raggiunto. «Credo proprio che arrivare a un milione di firme sia un obiettivo più che raggiungibile visto come è andata fino ad ora e che il tempo c’è - sottolinea Boni -. Questo per dimostrare, una volta di più, che è in corso un importante cambiamento culturale o, comunque, una riflessione che interessa la nostra società in senso trasversale. Un cambiamento che anticipa la politica e che questa dovrebbe essere in grado di intercettare».
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E insieme con le firme è cresciuto anche l’interessamento rispetto alla materia del contendere, che il Vaticano bolla, ad esempio, come «nichilismo» alzando il livello della polemica. «Chiaramente - chiosa Boni - la morte non è più un tabù ed è giusto che se ne parli». A esprimere «profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum» sono, invece, Filomena Gallo e Marco Cappato. «La raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 750mila entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli».
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