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14 Gennaio 2022 - 08:45
L’hanno ribattezzata “idropolitana”, un ibrido tra la metropolitana e il sistema di condutture dell’acqua a cui Smat rimetterà mano da marzo per la realizzazione di un nuovo collettore. Oltre alla città servirà anche la provincia ma dei disagi si dovrà fare carico principalmente Torino, che avrà garantiti quattro anni di cantieri che l’attraverseranno, progressivamente, dalla Barriera Milano (Parco dell’Arrivore, via Botticelli, corso Taranto, via Corelli, via Bologna, via Varano, via Nievo) fino a San Salvario (Corso Massimo d’Azeglio, Valentino, corso Unità d’Italia), per poi arrivare a Mirafiori (Via Pio VII, corso Giambone, via Onorato Vigliani, via Artom, Parco Colonnetti. Un investimento importante, 140 milioni di euro, per realizzare il nuovo impianto per la rete che aggancia altri venti Comuni della provincia. Una galleria di 14 chilometri che attraverserà gran parte della città e consentirà la raccolta delle acque usate e delle acque meteoriche per restituirle più pulite all’ambiente.
Questo il piano che è stato illustrato questo pomeriggio nella Commissione Ambiente del Comune, da Paolo Romano e Marco Acri, presidente e direttore generale della società multiservizi. Il collettore correrà in parallelo a quello realizzato oltre quarant’anni fa, dalla zona allo stabilimento di depurazione di Castiglione Torinese e permetterà di aumentare la capacità idraulica, cosa utile anche alla luce dei cambiamenti climatici, inoltre, consentirà la manutenzione della struttura esistente. L’intera opera, che prevede interventi di bonifiche relative alla presenza di ordigni bellici della seconda guerra mondiale, avrà anche un impatto sul verde, con l’abbattimento di 365 alberi, a fronte del quale ne verrà però piantato il doppio. Durante i lavori gli edifici lungo il tracciato saranno monitorati con appositi sensori per verificarne eventuali movimenti dovuti agli scavi.
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