Il treno da Parigi arriva a Porta Susa alle 21.19. Una comitiva di francesi in visita in città scende al binario e si dirige verso la scala mobile della passerella B. Rotta. Si guardano intorno smarriti, con i loro valigioni carichi e iniziano una faticosa risalita dai binari fino al piano “nobile” della stazione. Qui si trovano di fronte un gigante di vetro che lascia intravedere la notte torinese. Tutto appare pulito, ordinato e silenzioso. Un deserto immobile. La stazione è completamente priva di negozi, ristoranti e anche le toilet scarseggiano.
«Mancano le panchine per sedersi e aspettare il treno» denuncia la signora Irma, ieri mattina di passaggio a Porta Susa. «Possono sembrare piccolezze, ma per noi che abbiamo una certa età sono importanti» spiega e si avventura alla ricerca di una biglietteria. Nel frattempo, si avvicina al tabellone della partenze Bruno, salernitano di nascita e torinese d’adozione di ritorno al Sud per passare la Pasqua in famiglia. «La stazione è nuova ed è anche molto moderna come stile» concede inizialmente. Sembra che gli piaccia. Poi però aggiunge: «Manca di tutto, anche le cose più semplici scarseggiano».
L’edicola come sappiamo ha chiuso da anni e anche il servizio ristoro si riduce a un bar con tavolini al fondo del fabbricato, dove una volta c’era un ufficio di Gtt (oggi chiuso) e di un negozietto che vende bibite nella zona centrale. «Ogni volta che parto vedo un servizio sempre più scarso» commenta Alessandra, di ritorno da Parigi. «È un stazione di passaggio, ma non c’è nulla se si ha la necessità di fermarsi un po’ di più» spiega e conclude: «Molto meglio Porta Nuova».
Un bello schiaffo per lo scalo che prometteva modernità e che oggi appare come un gigante dimenticato. «È necessario uno sforzo di tutti, pubblico e privato, per dotare di funzioni e servizi adeguati tutta l’area» commenta l’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Mazzoleni. «La vecchia stazione sta per tornare a nuova vita con una struttura alberghiera di alto livello, crediamo possa essere un elemento di traino per ulteriori operazioni» aggiunge.
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Nel frattempo però la galleria commerciale resta vuota. «Quesgli spazi sono stati affidati in gestione alla società Altagares Spa, che sta lavorando per valorizzare i locali» si giustificano da Rfi. Per quanto riguarda l’incubo delle scale mobili poi la conta è impietosa: su 47, 11 sono ferme. «Per quattro impianti è prevista la riapertura la prossima settimana» assicurano dalle Ferrovie.
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