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Torino torna a far festa: dai volontari al Village, il meglio di Eurovision

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Il pratone sempre pieno del parco del Valentino, i portici del centro gremiti di turisti stranieri che guardano a Torino con un misto di ammirazione e meraviglia. E poi ancora: i dehors al completo di bar e ristoranti, l’esercito di giovani volontari che - come nel 2006 - aiuta gli stranieri a orientarsi e li guida alla scoperta delle bellezze della città. L’Eurovision Song Contest ha riacceso un entusiasmo che era sopito da tempo. Alcuni credevano perfino che fosse scomparso per sempre. E invece eccolo riemergere, dopo gli anni bui della pandemia. Fiaccato da crisi economica e caro bollette. Eppure la voglia della città di far festa è ancora lì, in tutta la sua prepotente bellezza. Ce lo dicono i volti contenti dei ragazzi che hanno popolato l’Eurovillage del Valentino e che ora non vogliono più farne a meno e chiedono a gran voce festival e concerti ogni anno. Anche gli addetti ai lavori, pur stremati dopo una settimana no stop di attività, appaiono contenti; appaganti nel sentirsi parte di un progetto tanto apprezzato. «Non conoscevo Torino» commenta una turista, intercettata in via Roma. Sulle spalle porta una bandiera della spagna e durante la finale farà il tifo per Chanel. Ma la sensazione è che, al di là del risultato del contest, Torino abbia vinto la sua sfida.
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