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L’ex deposito delle ferrovie sulla Spina trasformato in un rifugio per disperati

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Lontano (ma neanche troppo) dalla vecchia Gondrand e dal rudere della piscina Sempione. Basta attraversare via Lauro Rossi e percorrere un isolato per imbattersi nel nuovo rifugio per disperati della periferia nord. Tra corso Venezia e via Fossata, nel cantiere delle ferrovie dove un vecchio deposito in disuso è diventato casa per chi ha perso tutto. Forse anche per qualche tossico. Diverse, infatti, sono le persone fotografate nei giorni scorsi dai residenti di zona che dai balconi delle case - armati di cellulare - hanno ripreso tutto. Un’ala abbandonata vicina ai Dock’s Dora, oggetto delle attenzioni di sbandati. Si entra e si esce a qualunque ora del giorno e della notte.

I timori

Ad accendere i riflettori per primi sono stati i cittadini. «Ci sono troppe persone che vanno e che vengono. E non sono operai» raccontava ieri una signora. Duecento metri, o poco più, dalle fabbriche della morte. Eppure la musica non cambia: è un altro luogo di degrado e desolazione che viene preso di mira dopo gli sgomberi. Il segnale che senza riqualificazioni, in Barriera, la situazione di emergenza sociale non potrà che stagnare.

Le denunce

Del caso si sono già interessati i consiglieri della Circoscrizione 6 mentre la polizia ha già effettuato più di un sopralluogo in loco (in basso, a destra) dopo le denunce dei cittadini del quartiere Barriera di Milano. «Il fabbricato si trova in stato di abbandono - denunciano i consiglieri della Lega, con in testa il primo firmatario Maurizio Anastasia -, ed è stato preso di mira come occupazione temporanea per la notte. Chiediamo un intervento, con sgombero e messa in sicurezza». Una situazione pericolosa anche per il capogruppo di Fdi, Verangela Marino. «Quell’area è cantiere da troppo tempo - accusa Marino -, e questi sono i risultati. La gente non si sente al sicuro». Emergenza sociale che verrà portata in Sala Rossa con un’interpellanza dal consigliere della Lega, Giuseppe Catizone che chiederà «interventi immediati alla Città di Torino e alle forze dell’ordine».

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