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Villa Glicini, colpo di scena: Club Scherma deve lasciare

Scherma

Il Comune ha trovato «irregolarità nel versamento di contributi e accessori» all’associazione CaGi, candidata insieme al Club Scherma Torino per la gestione dell’impianto sportivo di Villa Glicini. Quindi ha revocato la concessione decisa ad aprile, ultimo atto di un contenzioso che dura da anni sulla struttura di viale Ceppi (all’interno del parco del Valentino). E ora valuta se affidare la Villa alle associazioni seconde classificate al bando, guidate da Scherma Italia«La loro proposta stravolge le richieste del bando, che prevedeva scherma, calcetto, tennis e fitness - tuona l’avvocato Giorgio Vecchione, che assiste il Club Scherma Torino - Loro toglierebbero tutto per fare sei campi da padel, le cui palificazioni coprirebbero la vista di un immobile tutelato dalla Soprintendenza».

È anche per questo che Vecchione vuole impugnare il provvedimento con cui il Comune ha revocato la concessione al Club che ha sede nel cuore del Valentino dal 1954. Ma è in lotta da anni con Palazzo civico, che l’aveva “sfrattato” nel 2016. E Tar e Consiglio di Stato avevano dato ragione all’ente pubblico.

Adesso il nuovo colpo di scena dopo che Scherma Torino era riuscito ad aggiudicarsi il nuovo bando: «Un’altra impresa della nostra associazione, la CaGi, ha avuto un minimo ritardo nel versamento dei contributi previdenziali - ammette l’avvocato nel riportare la versione dei privati - Ma non si tratta di violazioni sufficienti a revocare l’aggiudicazione. Lo abbiamo spiegato nelle 15 pagine di memoria ma l’ente pubblico ha preso comunque una scelta soggettiva, superficiale e molto poco saggia». E che prevede una perdita di quasi 40mila euro per le associazioni, visto che il Comune si tiene la cauzione prevista dal bando. Vecchione assicura: «Faremo l’ennesima impugnazione e non accetteremo l’assegnazione ai secondi classificati».

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