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Dissesto idrogeologico: «A rischio in Piemonte ben il 93% dei comuni»

Dissesto
Il fango, le macerie. Il Piemonte conosce bene le immagini che accompagnano le parole “dissesto idrogeologico”. Le ha vissute sulla propria pelle durante l’alluvione del 2000 e poi ancora nel 2016. E ora i ricordi riaffiorano alla mente nel vedere i filmati e le fotografie che provengono da Ischia. «La percentuale di comuni piemontesi a rischio alluvioni è del 93%» avverte il presidente dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), Angelo Robotto. «Vale a dire che il 16% della popolazione regionale è a rischio».

La percentuale di pericolo cala se si analizza il fenomeno delle frane: si parla del 68% del totale dei comuni piemontesi, che si traduce nel 3,4% di popolazione esposta al pericolo. Nota la condizione geomorfologica della nostra regione, in questi anni l’Agenzia ha lavorato sul monitoraggio e la prevenzione. «L’Arpa è impegnata in un aggiornamento continuo nel quadro conoscitivo in materia di disseto idrogeologico - spiega il direttore Robotto - . Riconosciamo fenomeni in atto sia tramite il rilevamento diretto che attraverso il telerilevamento satellitare».

In questo contesto viene utilizzato Sifrap, il sistema informatico che cataloga i fenomeni franosi in Piemonte. «È un programma estremamente evoluto - fanno sapere dall’Arpa -. Al suo interno sono censiti 38mila fenomeni franosi. Per 800 è disponibile anche una scheda con i dettagli e tutte le informazioni utili per la conoscenza dell’avvenimento». Basandosi su un quadro conoscitivo costantemente aggiornato, l’Arpa fornisce ai funzionari di Regione e Comune tutti gli elementi per adeguare i propri piani urbanistici.

A questo scopo, è utile monitorare anche la rete regionale del controllo dei movimento franosi. «Sono circa 230 siti su tutta la regione» fa sapere Robotto. «Si tratta di una rete che comprende sistemi di controllo strumentale - quali ad esempio incrinometri ed estensimetri - che permettono di controllare a distanza se qualcosa nel terreno si è spostato». È un apparecchio che si rivela utile, ad esempio, nelle attività di supporto della protezione civile.

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale lavora molto anche sul versante delle allerte, emanando regolarmente bollettini che riportano le condizioni meteo e inviando dei messaggi ai sindaci dei comuni per informarli dell’evoluzione di possibili piene dei corsi d’acqua. «Stiamo sviluppando anche dei nuovi servizi per la mappatura degli “hazard geologici”» conclude Robotto. «Intendiamo sviluppare dei sistemi satellitari di controllo all’interno del progetto Mirror Copernicus della space economy».
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