Prima premessa: la presunzione di innocenza è sacrosanta, soprattutto se si è soltanto coinvolti in un’indagine che oltretutto deve ancora essere conclusa. Seconda: in carcere, l’assistenza sanitaria è obbligatoria, ma nessun medico del servizio pubblico vuole più lavorare al Lorusso e Cutugno e si è arrivati a un passo dal dover sospendere il servizio. Detto questo, non può passare inosservato come il compito di salvatore della patria che si farà carico (dietro compenso) di garantire le cure ai detenuti, dal primo gennaio, tocchi alla C.M. Service, ossia la società finita nell’oc - chio del ciclone in seguito l’inchiesta della Procura di Ivrea sulla presunta “appaltopoli” nell’Asl To4.
Di quell’indagine che ha coinvolto i vertici dell’azienda sanitaria e quelli di C.M. Service, è doveroso sottolineare, si è avuta notizia il 22 dicembre scorso. Dunque in un momento successivo a quello in cui la Asl Città di Torino, che ha la competenza sull’istituto di via Aglietta, ha lanciato la procedura negoziata per l’affidamento del servizio di assistenza medica rivolto ai carcerati. Era il 18 novembre dell’anno scorso, e quella di cercare l’aiuto dei privati era diventata una scelta obbligata. Perché se trovare medici che accettino di lavorare in pronto soccorso oramai è un’impresa complicatissima, trovarne di disposti a farlo qui, dove l’aria è tesissima dopo tanti suicidi e un’inchiesta per tortura che ha travolto numerosi agenti, è praticamente impossibile.
La Asl, allora, ha invitato sei operatori (Air Medical, C.M. Service, Medical Line Consultinf, Altavista Società Cooperativa Sociale, Medical Service Assistance) a presentare un’offerta. Ma alla scadenza del termine hanno risposto soltanto in due: C.M. Service e Altavista, una cooperativa che sarebbe finita a sua volta sotto la lente della magistratura dopo una recente indagine del Nas. Il 12 dicembre Altavista viene esclusa per non aver raggiunto la soglia di sbarramento, il 13 l’appalto viene affidato a C.M. Ma il 28 dicembre, la Asl riceve la proposta di ricorso della concorrente al Tar, e il 29 la comunicazione di esclusione viene annullata perché “per mero errore materiale, nella lettera di invito-disciplinare di gara non era stata inserita l’indicazione numerica della soglia di sbarramento”.
La commissione, a questo punto, valuta nel merito l’offerta delle due ditte senza applicare la soglia di sbarramento e C.M. supera di gran lunga (100 punti contro 50,07) l’altra, ottenendo l’affidamento per un importo complessivo del servizio di 205mila e 136 euro. La formalizzazione è avvenuta il 30 dicembre. E nella deliberazione si sottolinea (in neretto) che l’affidamento d’urgenza decorre dal primo gennaio 2023 “per il tempo strettamente necessario alla conclusione del procedimento di reclutamento del personale” già lanciato dalla Asl. Sempre che qualcuno partecipi, ovviamente.
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Quanto alla scelta di C.M. Service, che quando è stata indetta la procedura negoziata non si sapeva fosse indagata, fonti del dipartimento di prevenzione dell’Asl spiegano che «senza il supporto dei privati si rischiava di arrivare a Capodanno senza medici in carcere, e l’offerta della C.M. era la più vantaggiosa dal punto di vista economico, ma anche tecnico, visto che garantirà continuità con i medici che già operavano in struttura come liberi professionisti». Inoltre, «il fatto che una società sia sotto indagine, non significa che sia colpevole delle accuse mosse e in ogni caso in assenza di interdittive può partecipare a qualsiasi gara. La speranza, comunque, è che il bando per il reclutamento di personale che abbiamo lanciato vada a buon fine».
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