«Perché? Perché non mi ha chiamata? Perché non ha chiesto aiuto a me?». Le domande che Patrizia si poneva ieri mattina, in lacrime, davanti al balcone da cui poche ore prima era precipitato il suo compagno, Sergio Bauce, sono le stesse che si facevano anche i vicini di casa che nella notte hanno assistito, impotenti, all’agonia del 68enne. «Abbiamo provato a convincerlo a chiamare i vigili del fuoco o un fabbro - raccontano - ma non ne ha voluto sapere». Bauce è caduto mentre tentava di salire sul suo balcone da quello del vicino. Un volo dal primo piano di cui ieri mattina, muti testimoni, restavano in cortile solo le sue ciabatte e una lunga scia di sangue. Il tragico incidente è avvenuto intorno alle 22.30 di venerdì. «Non vivevamo insieme. Io l’avevo sentito al telefono un paio di ore prima - racconta Patrizia - aveva finito di lavorare ed era tornato a casa». Bauce, in passato proprietario di alcuni locali notturni della città, da qualche anno era titolare di una azienda di bombole di gas a Rivarolo. «Stava cercando di venderla - racconta un vicino di casa - aveva deciso che era ora di andare in pensione e stava cercando un acquirente ma non era facile perché l’azienda ha un valore notevole». In assenza di un testimone diretto, cosa sia successo di preciso l’altra sera lo si può solo provare a intuire, come ha fatto Patrizia ieri mattina, sulla base dei racconti dei vicini e di quanto trovato in cortile. Bauce è uscito dalla casa di via Cardinal Massaia angolo via Breglio, per un motivo sconosciuto ma in ciabatte, segno che forse voleva solo prendere un po’ d’aria o andare a comprarsi una pizza. Nel farlo, ha dimenticato le chiavi in casa. «Non era la prima volta - conferma Patrizia - in passato era già successo». Questa volta però il 68enne ha deciso di non chiedere aiuto a nessuno e ha suonato il campanello al vicino, chiedendo di poter passare dal suo balcone. Inutili sono stati i tentativi di fargli notare la pericolosità del gesto e di convincerlo a chiamare i vigili del fuoco o un fabbro: il 68enne si è arrampicato sulla ringhiera e si è sporto verso il proprio terrazzino. Forse a tradirlo sono state proprio quelle ciabatte di gomma blu rimaste in cortile: la tenda strappata è la dimostrazione di un ultimo disperato tentativo di non cadere ma il volo gli è stato fatale. «Quando era a terra respirava ancora - raccontano i vicini - e abbiamo chiamato l’ambulanza». La corsa al San Giovanni Bosco si è rivelata inutile: il 68enne è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Le indagini su quanto avvenuto sono affidate ai carabinieri.
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