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DOPO LA CONTESTAZIONE ALLA MINISTRA

Salone del libro, ormai è rissa: «Brutto una pregiudicata sul palco con la ministra» Roccella: «Lagioia doveva farmi parlare»

Ecco cosa ha detto il direttore uscente in televisione contro la parlamentare Augusta Montaruli

Salone del libro, ormai è rissa: «Brutto una pregiudicata sul palco con la ministra» Roccella: «Lagioia doveva farmi parlare»

E' ormai diventata una rissa lo scontro verbale seguito alla contestazione alla ministra Eugenia Roccella, con Nicola Lagioia che la tocca piano in televisione: «Non è un bell’esempio che sul palco con una ministra ci sia una pregiudicata». Destinataria, la parlamentare di Fdi Augusta Montaruli che, sabato, aveva urlato «Sei vergognoso» a Lagioia. «Una che dice "con tutti i soldi che prendi" è stata condannata in via definitiva per peculato» è la chiosa di Nicola Lagioia.

In mattinata, invece, era stata la ministra Roccella a tornare in argomento, ovviamente in televisione: «A me non dà fastidio il dissenso ma la libertà di parola è un elemento fondamentale della democrazia. Io ho detto a Nicola Lagioia che lui avrebbe dovuto dire con chiarezza a quelli che contestavano: "voi non potete impedirle di parlare". Se non ci sono state aggressioni è anche perché c'era la polizia. Io comunque ho chiesto che non venissero portate via le ragazze che si stavano sdraiando per terra. Le contestazioni sono legittime, non far parlare una persona è cosa diversa. Quello che si voleva era non farmi parlare in quello che dovrebbe essere il tempio della libertà di espressione». Riferimento alla mediazione tentata dal direttore del Salone, troppo morbida secondo gli accusatori. «Io non sono il servizio d'ordine del Salone e non sono la polizia. Ho detto ai ragazzi: eleggete un vostro delegato e trasformiamo questa contestazione in un dialogo. Loro mi hanno detto di no. Hanno rifiutato questa mediazione. È un peccato, ma è legittimo da parte loro. Il mio metodo è quello del dialogo, non del manganello» la replica di Lagioia, che ha rincarato la dose: «Questo governo può avere una virata autoritaria, che non vuol dire fascismo ma un'altra cosa: restrizione della libertà, restrizione dei diritti, nel momento in cui c'è una ministra che è anti abortista io capisco che le donne si sentano minacciate».

La conferenza stampa di chiusura di oggi, quella in cui si dovrebbe celebrare l'ennesima edizione dei record, dibattere del futuro e del nuovo corso, si preannuncia infuocata...

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