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IL FATTO

“Baby Gang” in metropolitana: urla, minacce e pugni sui vetri

Il gruppo canta a squarcia gola e gli altri passeggeri restano spettatori immobili

Il gruppo in metropolitana

Il gruppo in metropolitana

Prima le urla, poi i pugni sbattuti forte contro il finestrino della metropolitana. E le parole storpiate di una canzone che - quasi un baluardo d’appartenenza - è del rapper Baby Gang. “Ho sempre sognato di essere una rockstar. Son tutto tranne rock. Non parlar di sniffare che non sei Pablo Escobar”.

Questo pomeriggio in un vagone della metropolitana di Torino è andato in scena lo spettacolo di una baby gang. No, non il cantante. E forse anche l’appellativo è improprio per il gruppetto di giovanissimi che di certo non ha commesso alcun reato, eppure ha catalizzato l’attenzione (e suscitato la paura) di chi viaggiava insieme a loro. Nessuna lettura del Tempo Perduto è stata turbata dal fracasso, eppure colpisce la vista del gruppo che prende possesso dello spazio, urla, sbraita, batte i pugni e costringe di fatto tutti gli altri passeggeri all’immobilismo. C’è anche una suora accanto a loro. Ha lo sguardo fisso a terra, stringe a sé la borsetta e subisce questo concerto improvvisato. “Non fare il negro che non sei di Dakar. Non fare il furbo che non sei Escobar. Non fare il grosso, giri coi bodyguard. Faccio una ricarica, chiamo tutta l’Africa”. Più lei si ritrae e più loro cantano forte. Chi può scende. Chi non può cerca di evitare lo sguardo dei ragazzi, che nella migliore delle ipotesi si riveleranno essere solo dei maleducati.

Intanto la metro corre, le fermate si susseguono e sul vagone resta una coppia di anziani, lei aggrappata al braccio di lui. Una signora sulla settantina lascia il posto a sedere e cerca di allontanarsi dal gruppo. Una ragazza tira fuori il telefono e inizia a filmare. Il girato mostra dei giovani rumorosi (come tanti, direbbe qualcuno) e noncuranti di chi gli sta attorno. Quando poi il gruppo si accorge di essere ripreso si scaglia contro la ragazza e le ordina di cancellare il video. «Dacci subito il cellulare» urla uno. «Cancella il video». La giovane riesce a scendere e scambia qualche battuta fugace con gli altri passeggeri, che con lo sguardo hanno seguito la scena, valutando se fosse il caso o meno di intervenire. «Non dovevi filmarli, e se avessero avuto un coltello?» commenta una donna. La suora intanto è rimasta a bordo. Chissà cosa pensa di quei ragazzi. “Ho sempre sognato di essere una rockstar. Sono tutto tranne rockstar”.

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