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L'udienza

Stupro di gruppo a Torino: due arrestati su tre escono dal carcere

E' la decisione del giudice dopo l'udienza di convalida di ieri

La trappola al Parco Dora, poi lo stupro al festino: "C'erano anche altre ragazze in casa"

Davanti al giudice hanno negato di aver violentato quella ragazza. Secondo i tre arrestati per lo stupro di gruppo, un rapporto sessuale c’è stato ma lei era consenziente: «Ho visto che lo stava facendo con un mio amico, mi sono sentito di troppo e sono andato nell’altra stanza» ha raccontato Steven Carlo Vilcapoma Lopez, peruviano di 24 anni.

Assistito dall’avvocato Rocco Femia, è uno dei tre giovani finiti in carcere dopo un presunto stupro di gruppo nella notte fra lunedì e martedì. Gli altri sono Pedro Enrichens Oliveira Torres, brasiliano di 20 anni, e Pietro Esteban Alcaron Camacho, 21enne peruviano. E tutti e tre ieri sono comparsi davanti alla giudice Ersilia Palmieri per l’udienza di convalida dell’arresto. Che oggi ha deciso di convalidare i fermi ma di confermare la detenzione in carcere solo per il brasiliano mentre ha stabilito gli arresti domiciliari per il 21enne Camacho. Scarcerato, invece, Steven Carlo Villapoma Lopez perché non ci sarebbero indizi del suo coinvolgimento sulla violenza.

La versione della ragazza

«Un mio amico mi ha chiamato e mi ha detto di raggiungerlo al Parco Dora» ha raccontato la presunta vittima. Un ritrovo fra amici, dove girano birre, forse superalcolici, pasticche di ecstasy, «forse della cocaina».

Poi la compagnia si trasferisce in via Stradella 88, in Borgo Vittoria. Al quinto piano c’è una festa con almeno una ventina fra ragazzi e ragazze: «A un certo punto ho perso i sensi, sul divano» dice lei. Che poi riferisce di essersi svegliata in preda a dolori «fortissimi al basso ventre» e di aver visto dei ragazzi sopra di lei. «Io urlavo, piangevo e loro ridevano». Particolari che i tre ragazzi hanno tutti negato: Camacho ha detto di essersi avvicinato alla ragazza e di averla toccata. Ma poi non avrebbe abusato di lei né avrebbe avuto un rapporto orale (che è l'accusa che gli muove la vittima dell'abuso): ha raccontato di essersi reso conto che la ragazza si vergognava di essere nuda e le avrebbe dato una mano a vestirsi. Poi l'ha presa per un braccio ed è sceso in strada con lei. Lei chiama il 112, aspetta le volanti e, prima di essere portata in ospedale, accompagna i poliziotti nell’appartamento. E indica loro i suoi presunti stupratori: tra cui lo stesso Camacho, che se ne stava andando via ed è tornato indietro alla vista delle auto delle polizia (stando a quanto ha riferito lui stesso). Un altro, invece, stava scappando in monopattino.

Ecco il verdetto

In tutto sono sei i giovani indagati e tre sono finiti in manette, accusati di concorso in violenza sessuale di gruppo dal sostituto procuratore Lisa Bergamasco.
Ieri si è tenuta l’udienza di convalida del fermo dei tre finiti in carcere: «Il mio assistito ha raccontato alla giudice che si era addormentato sul divano dopo che avevano bevuto e fumato - riferisce l’avvocato Femia - Si è svegliato e ha visto la ragazza mentre consumava il rapporto con un altro. Lui non ha partecipato, anzi è andato in altra stanza».

Aggiunge l’avvocato Letizia Ferraris, che difende il peruviano 21enne: «Ha raccontato la sua versione e ha negato di aver detto di avere approfittato della ragazza poiché lo facevano anche altri». Il ragazzo ha detto di provare «pentimento per la situazione e un grande dolore sia per la ragazza che per la famiglia: sono tutti lavoratori molto dignitosi ed è oggettivo che quanto successo sia stato un obbrobrio».

La tesi dei legali è che tutti i presenti, dopo tante ore a bere e consumare droga, fossero in una condizione di stordimento. Quindi era difficile rendersi conto anche dello stato d'incoscienza della ragazza: «Inizialmente il mio cliente non aveva la percezione di quello che stava succedendo, cioè che la ragazza era incosciente e si stava consumando un abuso - continua Ferraris - Poi si è reso conto: certamente lui e gli altri, tornassero indietro, non lo rifarebbero più. Significa che ora hanno percepito la gravità della situazione».

Gli avvocati hanno chiesto la scarcerazione e oggi è arrivato il primo verdetto, in attesa della conclusione delle indagini e del processo.

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