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IL CASO
16 Febbraio 2024 - 19:26
Il Duomo di Torino
Tornano le messe all’interno della Cappella della Sindone. Questa la proposta dell’arcivescovo Roberto Repole, in occasione della fine dei lavori di restauro degli spazi del Duomo di Torino, danneggiati durante l’incendio dell’aprile del 1997. Prima di quel tragico giorno, «la Cappella della Sindone veniva utilizzata abitualmente come luogo di culto e sarebbe opportuno tornare a celebrarci la messa in alcune occasioni concordate» spiega Repole durante la presentazione del restauro di coro, galleria e la nuova sacrestia del Duomo. «Nella mente del Guarino Guarini il passare dalle scale immerse nelle tenebre e alla luce della Cappella della Sindone rappresentava il passaggio dalla Passione e morte di Cristo alla sua Resurrezione» evidenzia ancora Repole. «Per questo penso sarebbe bello ripristinare anche un uso liturgico dello spazio» conclude.
I lavori di restauro
Condotti con finanziamenti ministeriali pari a circa 400mila euro, i lavori all’interno del Duomo di Torino hanno coinvolto gli spazi posti sotto la cappella della Sindone: il cosiddetto “scurolo”, la galleria, ove è stato riposizionato l’eccezionale fondale scenografico dipinto da Domenico Guidobono nel 1709, e il coro, nel quale sono stati ricollocati gli stalli lignei rimossi a seguito dell’incendio e restaurate le bifore del cleristorio.
«Sono più di 80 anni che nessuno vedeva l’opera del Guidobono» spiega l’architetto Cecilia Castiglioni, della Soprintendenza Archeologia e Belle arti. «Anche prima dell’incendio era occultata da un pannello nero e da un serramento posizionato nell’800. È un risultato eccezionale» precisa.
«Ogni cantiere di restauro è anche un cantiere di scoperta» ha sottolineato Corrado Azzollini, segretario regionale del Ministero della Cultura. Infatti, oltre a rendere nuovamente fruibili luoghi di fatto inagibili dal 1997, i restauri sono stati l’occasione per approfondire la conoscenza della fabbrica del Duomo rinascimentale proprio nel punto in cui il cantiere seicentesco si è inserito con pesanti demolizioni sulle strutture precedenti. «Durante i lavori di restauro abbiamo scoperto alcuni resti archeologici rinascimentali» spiega ancora Castiglioni, riferendosi alle due edicole nella galleria.
Il nuovo allestimento della galleria permette il dialogo armonioso tra elementi architettonici e decorativi finora sconosciuti che appartengono a epoche diverse, ora valorizzati in un percorso di scoperta e conoscenza. «Questo per noi è un momento molto importante» commenta ancora l’arcivescovo Repole. «La bellezza che viene riconsegnata alla città di Torino e a tutti i credenti».
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