Torino, la protesta davanti al tribunale: "Bonificate i siti pieni di amianto"

A Torino è partita la campagna "Ecogiustizia subito", con uno sguardo provocatorio rivolto a Casale Monferrato, città simbolo della lotta all'amianto e delle sue vittime. Un gruppo di associazioni, tra cui Legambiente, Azione Cattolica e Libera, ha fatto partire un tour che non lascia spazio a mezze misure: è ora di accelerare la bonifica dai veleni che hanno contaminato i 48 siti individuati dal Ministero dell'Ambiente. L’obiettivo è chiaro, senza giri di parole: velocizzare le operazioni di bonifica, ma non solo. È anche una richiesta di giustizia.

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A dare il via alla protesta, un flash mob davanti al Palazzo di Giustizia, proprio quando è ripreso il processo d'appello Eternit bis. Un processo che non è solo una questione legale, ma un affare di vita o morte per le centinaia di persone che hanno visto la loro esistenza distrutta dall’asbesto. Tre figuranti in toga, quasi a voler sfidare l’indifferenza, hanno pronunciato una "sentenza" che non ammette appelli: condanna per il danno irreparabile alle persone, all’ambiente e alle generazioni future. La frase che fa più paura? "Ogni ritardo nella bonifica sarà un’aggravante". Ecco, una chiara provocazione, che lancia il guanto di sfida a chi è al comando e continua a rimandare l'intervento.

Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, spiega senza troppi fronzoli perché Casale Monferrato è il punto di partenza: "Questa città ha una storia lunga e dolorosa, ma anche una storia di resistenza. I cittadini non sono rimasti in silenzio, lo devono a loro stessi e alle vittime, a chi non ha avuto giustizia". Nel pomeriggio, l’iniziativa si sposterà a Casale Monferrato, con un’assemblea aperta anche ai sindaci, per chiedere – senza mezze parole – risposte concrete.

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