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Sanità & salute

Una rivoluzione torinese: usare l'IA per diagnosticare il Parkinson

Città della Salute e della Scienza e Politecnico, uniti in un progetto sanitario pionieristico

Una rivoluzione torinese: usare l'IA per diagnosticare il Parkinson

A Torino, dalla collaborazione tra la Città della Salute e della Scienza e il Politecnico, si sta sviluppando un progetto pionieristico per il monitoraggio in tempo reale dei sintomi motori della malattia. Grazie all'uso di dispositivi digitali e algoritmi di intelligenza artificiale, questo progetto mira a offrire una gestione più precisa e personalizzata della malattia.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il gruppo di neurologia universitaria 2 dell'Ospedale Molinette, diretto da Leonardo Lopiano, e il dipartimento di automatica e informatica del Politecnico di Torino, rappresentato da Gabriella Olmo e Luigi Borzì. Questa sinergia tra medicina e ingegneria punta a migliorare la rilevazione e la quantificazione dei sintomi del Parkinson, superando le limitazioni delle visite neurologiche periodiche.

Il Parkinson

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla perdita di cellule neuronali, in particolare delle cellule dopaminergiche (essenziali per la corretta esecuzione del movimento), che porta a sintomi motori (bradicinesia, rigidità muscolare, tremore) ed a vari sintomi non-motori che riguardano varie funzioni corporee (sonno, apparato cardio-vascolare, gastro-enterico, genito-urinario; inoltre, sono frequentemente presenti anche depressione, apatia e deficit cognitivi).

In Italia sono coinvolte almeno 300mila persone (in Piemonte si calcola dai 15 ai 20 mila) e, una discreta percentuale di persone affette (15-20%) manifesta un esordio precoce, prima dei 50-55 anni. Meno frequentemente la malattia può esordire prima dei 40 anni e, più raramente, prima dei 30 anni.

Da un punto vista epidemiologico il Parkinson è la malattia neurodegenerativa che ha mostrato negli ultimi anni la maggiore crescita in termini di incidenza e prevalenza e si calcola che nel giro di pochi anni il numero di persone affette possa raddoppiare, soprattutto nei Paesi Occidentali. Pertanto è assolutamente prioritario individuare nuove metodiche per la diagnosi precoce, l’utilizzo di terapie neuroprotettive in grado di rallentare la progressione della malattia e quindi per ridurre la disabilità che le persone affette accumulano durante l’evoluzione della malattia.

Come funziona il progetto

Siamo ormai abituati all'idea che alcuni dispositivi, anche un normale smartphone, possa essere usato per rilevare in modo accurato alcuni aspetti quotidiani come il numero di passi che facciamo, o i battiti. In modo analogo, con altri sensori di movimento "indossabili" e di piccole dimensioni, è stato possibile distinguere i momenti della giornata in cui il paziente, al proprio domicilio, manifesta movimenti involontari, una frequente e invalidante complicanza delle fasi più avanzate di malattia, che richiede un’accurata revisione del trattamento farmacologico.

Questo è possibile proprio in virtù dello sviluppo di algoritmi di Intelligenza artificiale che, adeguatamente “addestrata” dal clinico nella fase di sviluppo, risulta in grado di analizzare i segnali provenienti dai sensori presenti negli smartphone e di imparare a distinguere le varie misure di interesse clinico.

L’utilizzo di algoritmi di Intelligenza artificiale permette pertanto di ottenere e analizzare in modo preciso e automatizzato un numero elevato di segnali provenienti da sensori o da registrazioni vocali, rendendo così l’utilizzo di tale tecnologia fondamentale per sviluppare nuovi sistemi di diagnosi precoce e monitoraggio della malattia.
L'obiettivo finale di questi studi è quello di offrire una migliore gestione della malattia, adattando le terapie alle problematiche specifiche di ciascun paziente, in modo personalizzato e nell’ottica della medicina di precisione.

Da sinistra: Leonardo Lopiano; Luigi Borzì; Gabriella Olmo; Gianluca Amprimo; Carlo Alberto Artusi

L'importanza dell'innovazione

«Il campo dell'innovazione in sanità è fondamentale nella Città della Salute e della Scienza - spiega il commissario Thomas Schael - E lo sarà ancora di più nel futuro Parco della salute, della scienza, della ricerca e dell'innovazione. Questa collaborazione con il Politecnico di Torino permette un grande passo avanti per il personale sanitario e soprattutto per i pazienti».

«Innovazione, ricerca, nuove tecnologie e intelligenza artificiale sono alla base della sanità del futuro – sottolinea Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – Per avere cure e assistenza sempre più all’avanguardia e a misura di paziente, è ormai imprescindibile investire in questi aspetti della medicina e nel caso specifico, l’azienda ospedaliero – universitaria Città della Salute e della Scienza si conferma ancora una volta come eccellenza non solo piemontese, ma anche nazionale ed internazionale».

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