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Automotive
25 Aprile 2025 - 13:50
Il motore della collaborazione transatlantica è acceso, e parla piemontese. La Vehicle Valley punta al Michigan, che con oltre 950 impianti produttivi, 175.000 addetti e un Pil fortemente dipendente dal settore automobilistico, può essere il terreno fertile per una nuova alleanza industriale. È qui che la missione istituzionale della Regione Piemonte, guidata dall’assessore Andrea Tronzano e dalla vicesindaca di Torino Michela Favaro, tenta di fare breccia.
A distanza di oceano, ma uniti da un DNA manifatturiero condiviso. Il Piemonte arriva negli Stati Uniti con un’offerta solida: meccatronica avanzata, soluzioni software per la mobilità, know-how accademico e formazione tecnica di alto profilo. L’occasione è VTM Michigan – la business convention che riunisce i principali attori della mobilità del futuro – dove la delegazione piemontese, forte del supporto di Ceipiemonte e del Progetto Integrato di Filiera “Automotive & Transportation”, ha raccontato un modello industriale resiliente, pronto per giocare da protagonista nella transizione ecologica globale.
Nella contea di Oakland, gli incontri non sono stati formali rituali, ma "tavoli operativi". Cui si sono accomodati manager di realtà come Webasto US - la filiale locale del gruppo tedesco della componentistica -, Comerica Bank, Detroit Regional Partnership e... Stellantis. La delegazione ha infatti incontrato il coo per le Americhe - e candidato ceo del Gruppo - Antonio Filosa. Praticamente la Torino dell'automotive, ancora così legata a Mirafiori, attraversa l'oceano per parlare con la ex Fiat... (andare fino a Mirafiori, dove c'è il capo di Europe Enlarged, no?).
Il fatto è che la Vehicle Valley punta diretta sull'America. La console generale Allegra Baistrocchi ha introdotto la delegazione a realtà come Rivian, leader USA dei veicoli elettrici, con cui è stato avviato un dialogo per una possibile missione a Torino. Il costruttore americano sta infatti sviluppando modelli, come la R3, ottimi per il mercato europeo. L'unico neo è che gli americani visiteranno Torino per valutare l'installazione di un centro ricerche, non certo uno stabilimento.
Ma perché il Piemonte, dopo aver a lungo e inutilmente corteggiato i costruttori cinesi, ora guarda agli USA? Perché gli Stati Uniti registrano oggi un gap di 93,5 miliardi di dollari nella componentistica auto. Un’occasione irripetibile per le PMI piemontesi che operano nell’ambito della subfornitura, nella produzione ad alta specializzazione e nell’industria 4.0. In questo scenario, il modello “local-to-local” – investire per produrre direttamente negli USA – assume una valenza strategica, capace di attrarre capitali e ampliare la presenza delle imprese italiane sul mercato nordamericano. E, con produzione in loco, verrebbero evitati i dazi che pesano come una spada di Damocle sul nostro export.
La missione ha proseguito il 24 aprile con visite agli stabilimenti di Toyota North America e Ford, e un vertice strategico al Warren Technical Center di General Motors. Il Piemonte, grazie anche al supporto di ANFIA, Unione Industriali, CNA e Confapi, ha voluto proporsi non come semplice subfornitore, ma come "partner ad alto valore aggiunto". La filiera automotive piemontese ha così iniziato a posizionarsi come hub europeo per le multinazionali dell’auto.
«Stiamo costruendo, tassello dopo tassello, nuove opportunità di business per le imprese piemontesi», ha dichiarato Tronzano. Michela Favaro ha evidenziato l’evoluzione del tessuto industriale torinese, mentre Stefano Geuna (UniTo) e Gianmario Pellegrino (PoliTo) hanno sottolineato il ruolo centrale della ricerca. Per Pierpaolo Antonioli (Dumarey Automotive), «le sfide globali sono opportunità se affrontate con esperienza e innovazione». Monica Mailander, presidente di Vehicle Valley, ha parlato di rapporti industriali da consolidare, mentre Ceipiemonte ha già in agenda il prossimo appuntamento: VTM Torino 2026.
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